Namibia 2019: Diario di viaggio – Day 3
Ci svegliamo al calduccio nei nostri sacchi a pelo con zona confort -8 e non c’è dubbio, il loro lavoro lo fanno benissimo.
Adesso il problema è soltanto uno…chi esce da qua? Si gela di sicuro!!
Luca mi guarda e sogghigna: “Giò, tocca a te, hai voluto stare all’esterno per andare in bagno e adesso ti alzi e accendi la stufetta elettrica così io poi mi cambio al caldo”
Grazie eh!! Dov’è finita la cavalleria?!
Dopo alcuni interminabili minuti trovo la forza di uscire dal sacco a pelo, è freddo ma a dire la verità pensavo molto molto peggio.
Il deserto del Kalahari non doveva essere uno dei posti più freddi?
Accendo la stufetta, mi cambio ed esco per usare i servizi, lasciando a Luca il camper libero per cambiarsi.
Sarà così ogni mattina, io che esco al freddo e al gelo e lui che esce dal sacco a pelo a camper caldo.
Però devo pur farmi perdonare il cappellino perduto, no?!
Andiamo in reception a fare il check out, faccio un paio di foto alla struttura ed approfitto un po’ del wifi.
Bene, è ora di andare alla Quiver Tree Forest e di fermarci, durante il tragitto, alla SPAR di Mariental.
Qui non abbiamo alcun problema, una guardia tiene d’occhio il parcheggio e noi riusciamo finalmente a fare una spesa decente. E’ deciso, da oggi in poi solo e soltanto SPAR.
Poco prima di Keetmanshoop svoltiamo a sinistra, imbocchiamo la nostra prima breve strada sterrata e in un battibaleno arriviamo alla Quiver Tree Forest, la foresta degli alberi faretra.
L’ingresso è quello del rest camp e, prima di proseguire, è necessario fermarsi alla reception a pagare il biglietto d’ingresso.
La gentilissima signora ha tanto per cambiare origini tedesche e ci da alcune indicazioni per visitare la foresta.
Risaliamo in camper, prendiamo cappellini e gopro e percorriamo la brevissima salita per raggiungere la Quiver Tree Forest.
Lo scenario è bellissimo e c’è pochissima gente.
Ma…cos’è questa cosa che brontola?! No, non è luca… è il mio stomaco!!!
E’ ora di andare a mangiare.
Scendiamo e prendiamo abusivamente possesso di una delle piazzole per sederci ad addentare i nostri panini al salame.
Mangiamo di gusto e ripartiamo per raggiungere il Fish River Canyon, fermandoci a fare benzina a Keetmanshoop, dove ci rifiutano non una, non due ma ben 4 carte di credito.
Si, ho detto proprio 4!!
L’ATM non funziona quindi ci tocca pagare in contanti, per fortuna ne abbiamo ancora.
Risaliamo in camper e arriviamo alla prima lunga strada sterrata del nostro viaggio, una di quelle in cui è necessario sgonfiare le gomme per evitare di forare.
Luca fa tutto e io lo assisto, tenendo in mano i tappini delle gomme. Risultato? Lui è fradicio ed io sono fresca come una rosa.
Povero Luca!!
Adesso sono proprio curiosa di vedere se le strade sterrate in Namibia sono così tremende come si dice in giro.
Quasi dimenticavo, le strade in Namibia si dividono in 3 principali categorie: le B sono asfaltate, le C sono sterrate in condizioni discrete e le D sono sterrate messe più male che bene.
Per arrivare al Fish River Canyon, dallo sgonfiamento delle gomme in poi, ci aspettano una C e una D.
Ce la faranno i nostri eroi?
Percorriamo la C piuttosto agevolmente, è in condizioni ottime e facciamo anche qualche piacevole incontro.
Quando arriviamo alla D Luca è basito.
“Ma non mi avevi detto che le D sono messe male? Se questa strada è una D il fiume che abbiamo fatto in America cos’era, una Z?” ( Ve l’ho raccontato in QUESTO episodio del diario USA 2017)
Io scoppio a ridere: “Luca ma hai sempre in mente l’America!!”
Arriviamo al Fish River, ci fermiamo al campeggio di Hobas a pagare l’entrata e ci dirigiamo al viewpoint principale, aspettandoci di restare a bocca aperta.
Ci affacciamo e…E’ davvero tutto qua?
Il canyon non ci impressiona, anche dopo aver visto l’altro Viewpoint.
Com’è possibile? La luce è pessima, le foto non mi piacciono per niente e siamo parecchio delusi.
Chiedo a Luca di farmi un paio di foto ma lui è talmente deluso che non si impegna e quando gli chiedo se sono venuta bene mi risponde “boh!!”
Serve dire che vi dica come sono venuta nelle foto? OSCENA!!
Facciamo un ultimo giretto e torniamo sui nostri passi per raggiungere il camping e il lodge Gondwana, ispirato niente meno che alla route 66.
Prendiamo possesso della nostra piazzola e, quando apriamo la porta, facciamo la terribile scoperta: tutto il camper è ricoperto da uno spesso strato di sabbia.
E quando dico tutto intendo proprio tutto, letto e sacchi a pelo compresi.
Riuscite ad immaginare l’ira di Luca che aveva lasciato il suo aperto?!
Puliamo tutto, portiamo fuori i sacchi a pelo e tentiamo di togliere tutta la sabbia.
Ci riusciremo? Lo scoprirete nelle prossime puntate.
Tentiamo di sbollire andando a farci un aperitivo, seguito da una bella bisteccona.
Parliamo un po’ del Fish River Canyon chiedendoci come mai non ci abbia colpito più di tanto, finendo per dare la colpa a lui, il mio Grande amore.
No, non Luca, il Grand Canyon!
Entrambi siamo concordi nel dire che forse, se non avessimo visto il canyon americano, probabilmente questo ci avrebbe colpito di più.
Nel frattempo finiamo la nostra bistecca e torniamo nelle nostre stanz…nel nostro camper, Luca stanotte scoprirà se siamo riusciti ad eliminare completamente la sabbia dal suo sacco a pelo.
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