Namibia 2019: Diario di viaggio – Day 1
Il nostro volo per Windhoek parte alle 6 di sera quindi possiamo prendercela con calma. Ci sembra quasi strano poter partire così tardi.
Mangiamo e, poco dopo pranzo, mia sorella ci porta in aereoporto a Venezia.
Un improbabile selfie, lei che ci propone di nasconderla in valigia e via, verso la lunghissima coda al check in del nostro volo.
Sul Venezia – Doha riusciamo a farci assegnare i posti larghi sull’uscita di sicurezza, mentre sul secondo volo saremo proprio in mezzo all’aereo.
Passiamo tutti i controlli e cerchiamo un ufficio di cambio, sperando di trovare Rand Sudafricani.
In Namibia si possono usare sia dollari namibiani che rand sudafricani, hanno lo stesso valore.
La nostra banca però non è riuscita a cambiarci ne dollari ne rand quindi la nostra unica opzione rimane l’ufficio cambio degli aereoporti.
E che problema c’è? Non possiamo cambiarli a Windhoek?
No, Luca non vuole.
Mi dice che devo capire che l’Africa non è l’America ( me lo dirà almeno 100 volte durante il viaggio ) e che bisogna stare molto più attenti.
Insomma, cambiare un sacco di soldi a Windhoek, dove potrebbe vederci chiunque, non è contemplabile.
Ma scusa Luca, cosa vuoi che succeda? Che ci seguano e vengano a rapinarci in hotel?
Lui mi guarda male e mi intima che in Africa la prudenza non è mai troppa.
Eh vabbè, ascoltiamolo, io in Africa non ci ho mai messo piede lui invece a Nairobi ci va spesso, evidentemente parla con cognizione di causa.
Purtroppo però, a Venezia, riescono a cambiarci soltanto 230€, decisamente non sufficienti.
Propongo a Luca di cambiare il resto a Johannesburg. Di sicuro non possono salire sull’aereo, seguirci fino a windhoek e rapinarci, no Luca?
Lui mi risponde che sono proprio simpatica e che a Johannesburg non corriamo alcun pericolo.
Ma va?!
L’aereo parte puntualissimo e, dopo 6 ore di volo, atterriamo a Doha.
L’aereoporto è grandissimo ma Luca sa già la strada e un battibaleno siamo al Gate. E via di nuovo, sull’aereo che ci porterà a Johannesburg.
Le ore stavolta sono 9 e sembrano non passare più. Il dormiglione accanto a me ronfa come un ghiro, io guardo qualche film e sonnecchio un po’.
Perché non sono di quelle che sull’aereo dormono senza problemi?! Uffa!!
Arriviamo a Johannesburg e Luca è piuttosto sconvolto.
“Ma siamo in Africa? Abbiamo preso il volo giusto?”
“Peruz ma ti pare che abbiamo preso il volo sbagliato?”
Mi racconta che non gli sembra proprio di essere in Africa dato che qui ci sono solo un paio di neri mentre tutti gli altri sono bianchi. Quando atterra a Nairobi invece è l’unico bianco in mezzo a tutti neri.
Eh beh, mi pare anche normale no? Siamo in Sudafrica, mica è il Kenya!!
Altre due ore di scalo e siamo di nuovo in aereo, sul bolide che ci porterà a Windhoek.
Atterriamo alle 2 del pomeriggio nell’immenso aereoporto di Windhoek, dove ci sono perfino 3 aerei e 2 jet privati.
Scendiamo dall’aereo e tiro fuori il cellulare, per fare una foto per il blog della zona in cui sono posteggiati gli aerei.
Ne avevo visto tante su internet e volevo documentare anche io il nostro arrivo in Namibia.
E’ a questo punto che una pazza dello staff dell’aereoporto inizia ad urlarmi contro, dicendomi che non si fa, come mi è saltato in mente e intimandomi di cancellare tutto.
Ma che problemi ha? Chi le ha insegnato l’educazione?! Non lo sa che c’è modo e modo di parlare alla gente?
Le rispondo tranquillamente che non c’è problema, la cancello.
Lei non mi crede e mi dice in malo modo che pretende che le faccia vedere il cellulare per mostrarle che l’ho cancellata davvero.
A questo punto inizia a salirmi il nervoso, sono stanca e se continua così va a finire che la prendo a pugni.
Luca se ne accorge e mi dice di non risponderle nemmeno, di ignorarla completamente.
Ce ne andiamo e, con la coda dell’occhio, la vediamo urlare contro a qualche altro poveretto.
Poteva la mia esperienza con la popolazione locale iniziare in modo migliore?! Direi di no!!
Facciamo i controlli e, all’uscita dall’aereoporto, troviamo l’autista che ci porterà a prendere il camper.
Mentre lui va a prendere la macchina ne approfittiamo per andare al negozio della TMC per acquistare la sim namibiana. Qui faccio subito pace con la popolazione locale, allo sportello sono tutti gentilissimi e cercano di consigliarti al meglio.
Facciamo una tariffa con internet, chiamate e messaggi nazionali e spendiamo poco più di 10 euro.
In circa mezz’oretta arriviamo a Windhoek, all’ufficio della SA Roadtrippers, la compagnia scelta per il noleggio del camper.
Erano gli unici ad offrire camper 4×4, piuttosto nuovi e con un letto abbastanza grande e comodo per contenere la stazza di Luca.
Il prezzo poi era il più basso sul mercato quindi, dopo aver letto un po’ di recensioni, non ho avuto dubbi sul scegliere loro.
Ci accoglie Katy che ci spiega un bel po’ di cose, ci mostra un video sul funzionamento del camper, e ci fa un bel po’ di terrorismo psicologico.
Talmente tanto che, mentre sto uscendo dall’ufficio per andare a vedere il camper, mi ritrovo a pensare “oh mio dio, chi me l’ha fatto fare? Perché ho avuto la malsana idea di noleggiare sto coso?”
Katy ci mostra tutto, insieme controlliamo che sia tutto presente e segnamo i danni già presenti sul mezzo visto che non abbiamo la casco.
SA roadtrippers infatti offriva soltanto una super cover parziale che non copriva danni a vetri, ruote e gomme.
E’ per questo che abbiamo preferito fare soltanto quella base e stipulare l’assicurazione casco completa tramite il sito rentalcovers, un sito che offre la possibilità di assicurare i mezzi anche per la guida su strade sterrate.
Tra una cosa e l’altra usciamo dal cancello che sono quasi le 18, menomale che abbiamo deciso di dormire a Windhoek stanotte.
La guida è a destra ed ho perso il conto delle volte in cui Luca ha attivato i tergicristalli invece delle freccie. Io lo guardo con ammirazione, come fa a guidare sto bestione al contrario?! Sto coso io non lo guiderò mai!!
Arriviamo alla nostra Tourmaline guesthouse ma abbiamo subito un problema.
Il camper è troppo alto e per un pelo non passa sotto l’arco di ingresso al parcheggio della pensione.
Il ragazzo che ci accoglie è preoccupato, ci dice che non possiamo assolutamente lasciare fuori il camper durante la notte, è pericoloso.
E adesso che si fa?!
Ci dice di aspettare un attimo, che prova a contattare il proprietario della pensione.
Al telefono il signore chiede immediatamente a Luca se è tedesco, così si sarebbero capiti meglio.
Quando Luca gli dice che è italiano iniziano a parlare in inglese e alla fine il gentilissimo gestore trova la soluzione: parcheggeremo a casa sua, accanto alla guesthouse.
Superato il problema camper scambiamo due chiacchiere con il proprietario che ci dice che lasciare fuori camper o auto di notte è impensabile, anche se ci troviamo in un quartiere bene della città.
Siamo a 5 minuti a piedi da Joe Beerhouse ma ci consiglia di farci venire a prendere dalla navetta, la sicurezza non è mai troppa.
Noi non ce lo facciamo ripetere due volte e prenotiamo, stasera abbiamo tutte le intenzioni di provare lo spiedino di carni miste, al ristorante vorremmo arrivarci sani e salvi!
Facciamo il check in e andiamo a vedere la nostra stanza, carina ma con letti separati.
Ma come? Io avevo prenotato un matrimoniale!!
Vabbè, altre stanze libere non ce ne sono quindi ci teniamo questa e andiamo a mangiare da Joe Beerhouse.
Il posto è molto carino e la carne buona, anche se troppo cotta.
Non ci fregano più la carne da ora in poi la ordineremo medium-rare.
Ormai non teniamo più gli occhi aperti quindi saliamo sulla navetta e torniamo in hotel.
Domani inizia il nostro on the road, non vediamo l’ora!!
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