USA 2018: Diario di viaggio – Day 14
Anche oggi ci svegliamo con calma, andiamo a prendere qualche provvista al Moab city Market e poi partiamo per lo sterrato della morte nei pressi della Globin Valley.
Ah no, quello è stato lo scorso anno! Essere di nuovo qui è tutto un Deja Vù…un grandissimo Deja Vu’.
“Luca, abbiamo tempo, vuoi che andiamo a rivedere Arches?!”
“Sicuro, sono già la, non vedo l’ora Giò”
Tornare ad Arches per dargli una seconda possibilità non è mai stato nei nostri piani.
Non c’è niente da fare, non ci è piaciuto e non siamo nemmeno disposti a riprovarci… rivedere questo parco che non ha colpito nessuno dei due ci sembrerebbe solo uno spreco di tempo.
Quindi via, andiamo a Zion, il parco preferito di Luca. Li si che ci torniamo volentieri!!
Abbiamo già percorso le bellissime UT24 e UT12 due volte quindi stavolta, per raggiungere Zion, scegliamo la via più breve, le noiosissime I70 prima e I15 poi. 5 ore di noia assoluta.
O almeno…. 5 ore sulla carta.
Quale esperienza ci manca ancora negli States?
Fare colonna. Potevamo andarcene senza mai provarne l’ebrezza?!
Mai ci era capitato, nemmeno a Los Angeles, di stare completamente fermi in colonna per ore. Qui invece, a causa di un incidente, quasi non ci muoviamo per un paio d’ore.
Consoliamoci, il nostro vicino di corsia sembra passarsela molto peggio.
Guida una Corvette, è tutto sudato e sembra molto agitato. Ha i finestrini aperti nonostante i 45 gradi esterni e continua a guardare il contachilometri.
Sembra stia facendo un esaurimento nervoso. Avrà un cadavere nel bagagliaio?
Luca ipotizza abbia quasi finito la benzina e infatti, appena la colonna cessa e vede la prima uscita, come una scheggia imbocca la rampa per uscire dall’autostrada.
Ci sarà arrivato al distributore? Non lo sapremo mai.
A Zion ci arriviamo tardissimo, è già pomeriggio inoltrato ed ogni proposito di trail va a farsi benedire.
Dovremo fare tutto domani, il nostro giorno preferito, quello in cui va sempre tutto benissimo, il 27 agosto.
Ricordate il disastroso giro a cavallo al Bryce di 2 anni fa e lo sterrato della morte, quello in cui abbiamo rischiato di morire lo scorso anno, di cui vi parlavo all’inizio? Era proprio il 27 di agosto.
Facciamo il check inn al Red Rock Motel, nella minuscola cameretta Low Cost.
E’ più piccola di ogni aspettativa e fatichiamo davvero a muoverci.
Vabbè andiamo a fare un giro veloce al parco, meno restiamo in questa micro camera meglio è.
Passiamo al visitor center, chiediamo indicazioni al ranger per l’Angel’s Landing che dovremo fare domani e…..scopriamo che è chiuso.
No ma…stanno scherzando????????????
Non abbiamo potuto farlo nel 2016 a causa della mia fascite plantare e adesso mi hanno chiuso proprio l’Angels Landing?!?!?!?!
Si, a Luglio, a causa di un’alluvione.
Mi maledisco mentalmente, come ho pututo essere così stolta da non controllare sul sito ufficiale?!
Ormai la frittata è fatta quindi chiediamo un’alternativa e il ranger ci consiglia Inspiration point o Hidden Canyon.
Il primo è troppo lungo per la mia fascite plantare che non se n’è ancora andata del tutto quindi optiamo per il secondo.
La maledizione del 27 di agosto colpisce ancora, domani non riusciremo a fare l’Angels Landing.
Prendiamo la navetta e andiamo allo Zion Lodge, ricordando quando nel 2016 alloggiavamo proprio qui. Quest’anno abbiamo deciso di fare i povery e per un momento, soltanto per un momento, ce ne pentiamo.
Poi ricordiamo la differenza di prezzo e ci diciamo che va benissimo così.
Il sole ce n’è già andato quindi facciamo un breve giretto e risaliamo sulla navetta, diretti al ristorante per la cena.
Prima però facciamo un giretto per i negozi dove, a fatica, riusciamo a trattenerci dal fare l’acquisto top di tutta la vacanza.
Resistiamo e andiamo al ristorante dove prendiamo bisteccona, doppia birra per Luca e doppio Margarita per me. E’ ora di tornare nel nostro tuguri…nella nostra stanza e dormire.
A domani, Zion!!
– Clicca qui per la giornata precedente –
– Clicca qui per la giornata successiva –