USA 2018: Diario di viaggio – Day 11
La tappa di oggi è abbastanza tranquilla ma ci svegliamo presto comunque, vogliamo fare il Bear lake trail e abbiamo sentito che ci sono parecchi problemi a trovare parcheggio in quella zona del Rocky Mountain National Park.
Meno male che è giovedì, abbiamo mancato l’affollatissimo weekend per un pelo!!
Facciamo colazione e, dopo aver caricato in macchina i bagagli, lasciamo Estes Park diretti al parcheggio del trail. Il cielo è grigio sopra di noi ma, poco distante, vediamo degli spiragli di sole. Speriamo bene.
Entriamo al Rocky Mountain e il sole si fa ancora desiderare, anzi, c’è un vento allucinante e la temperatura probabilmente si aggira attorno agli 0 gradi.
Ma siamo proprio sicuri di volerlo fare questo trail?
Il destino decide al posto nostro visto che, quando arriviamo al parcheggio, non c’è nemmeno l’ombra di un posto. Rifacciamo tutto il giro e torniamo su 3 volte di seguito finchè non vediamo una macchina con i fari accesi che sta per andare via.
Stiamo già praticamente esultando quando una navetta, una di quelle che partono da Estes Park, arriva dietro di noi. Abbiamo la freccia fuori ma la strada è stretta e non ci passa.
Suona il clackson e noi gli facciamo segno di aspettare soltanto un attimo. Niente, l’autista non ne vuole sapere e ci intima di andare avanti immediatamente.
Ma ammazzati!!
Incazzati proseguiamo e, subito dopo, il posto si libera, lasciando il posto alla macchina che si trovava subito dopo la navetta.
Autista del cavolo, ti costava tanto aspettare 30 secondi?!?!?!?
Presi dal nervoso ce ne andiamo, di fare l’ennesimo giro non ne abbiamo voglia e fa un freddo cane, meglio andare da un’altra parte.
L’incazzatura ci passa quando, nel bosco a bordo strada, vediamo un bellissimo moose muoversi. Purtroppo se ne va quasi subito e noi ripartiamo.
Decidiamo di fare la Trail Ridge Road fino all’Alpine visitor center, il principale del Rocky Mountain. La strada è carina ma scendere è quasi impossibile tanta è la forza del vento.
Per fortuna questo ventaccio almeno una cosa positiva la fa, spazza via le nuvole. Così, quando arriviamo al visitor center, in cielo splende un bel sole.
Siamo entrambi coi pantaloncini corti e scendere dalla macchina è davvero difficoltoso ma siamo qua e, ibernazione o no, non possiamo certo esimerci dal percorrere il breve trail dell’Alpine visitor center, uno degli highlights del Rocky Mountain.
Luca è stranamente in difficoltà, gli manca l’aria.
“Peruz ma dai, come fa a mancarti l’aria con tutto sto vento?!”
Quando vedo che non mi risponde mi preoccupo, non avrà mica il mal di montagna? Mi fa segno che non riesce a parlare quindi gli chiedo se vuole tornare indietro ma lui fa cenno di no con la testa.
Figurati se si fa battere dalla montagna, è troppo orgoglioso per questo, meglio schiattare piuttosto!!
Gli chiedo allora se vuole il mio Ventolin, il farmaco per l’asma che apre i polmoni. Ancora una volta fa cenno di no con la testa e mi dice che ce la fa.
Sembra stare meglio, ha parlato!!
Finalmente arriviamo in cima, dove c’è un vento talmente forte che se non stai attento ti porta via.
E’ freddissimo e noi siamo ghiacciati…a cosa servono i pantaloni lunghi in valigia a due geni come noi?
Ci ridiamo sopra, facciamo qualche foto, scendiamo veloci giù per il sentiero e andiamo di corsa al bar a scaldarci. Una bella cioccolata calda non ce la toglie nessuno!!
Ritemprati risaliamo in macchina e, lasciando il Rocky Mountain, ci dirigiamo verso Grand Lake.
Di camminare ancora non se ne parla, nonostante il sole è davvero troppo freddo.
Qui l’idea era pranzare velocemente al Miyauchi Snack Bar ma purtroppo, ancora una volta, i nostri piani sono rovinati dal vento gelido.
Al bar all’aperto non c’è quasi nessuno e non è difficile immaginare perché.
Facciamo una passeggiata per la piccola cittadina e scegliamo un localino. Qui mangiamo un paio di hotdog e ripartiamo, sperando che a Mount Evans, la nostra prossima tappa, non sia così freddo.
Suvvia, perché dovrebbe? Sono solo 4350 metri sul livello del mare!!
Il vento fortunatamente diminuisce e, quando arriviamo alla strada a pedaggio che conduce al Mount Evans, la temperatura è decisamente più gradevole.
Mostriamo la nostra tessera parchi e ci mettiamo in marcia. Questo è uno dei momenti più attesi del viaggio e Luca sembra un bambino il giorno di Natale, pronto a scartare i regali.
Devo ammettere che ho inserito questa strada principalmente per Luca ma, col senno di poi, cosa mi sarei persa se non l’avessi fatto.
Col sole alto in cielo, e solo noi a percorrerla, è stata uno degli Highlight del viaggio.
Ho detto solo noi a percorrerla?
Si, almeno fino a un certo punto. Finchè, proprio davanti a noi, appare un bmw bianco cabrio che va a una velocità di crociera di circa 10 kilometri orari.
Va bene che la strada è meravigliosa ma questo proprio non sa guidare.
Sta in mezzo alla strada, se ne va in giro con la macchina cabrio a 4000 metri e una temperatura di 5 gradi, e manda a quel paese tutte le macchine dietro a noi che suonano il clackson e gli fanno cenno di accostare e lasciar passare.
Fortunatamente la strada e il panorama sono qualcosa di assurdo quindi non ce la prendiamo troppo e, anche stando dietro alla lumaca, alla fine arriviamo in cima.
Qui fa freddo e tira aria ma la vista è di quelle da togliere il fiato.
Siamo entrambi al settimo cielo e, dopo tante foto, ci mettiamo a “scalare” le rocce e arriviamo proprio nel punto più alto del Mount Evans.
Luca qui non soffre minimamente l’altitudine, chissà cosa gli è successo stamattina.
La vista è fantastica e noi siamo felici, davvero felici.
Siamo talmente felici che non vorremmo più tornare giù ma ormai non sentiamo più le mani quindi decidiamo che si, forse è il caso di tornare alla macchina.
Mogi mogi risaliamo sulla nostra Atlas e imbocchiamo la strada per tornare verso Idaho Springs, nostra tappa per la notte.
Ma ecco che, dopo aver fatto esattamente 100 metri, davanti a noi cosa ricompare?
Ma la nostra amata bmw bianca cabrio che, sembra impossibile, va ancora più piano di prima.
Noooooo, non può essere vero.
Luca porta pazienza esattamente mezzo minuto e poi inizia a fare i fari e suonare. Questa non si sposta ma lui non si arrende e continua, sta facendo colonna anche dietro di noi.
Il tipo alla guida, seccato, accosta e ci fa un gestaccio. Ah ma allora non siamo solo noi italiani!!
Senza questo idiota davanti arriviamo giù in un battibaleno, facciamo benzina e ci sistemiamo al motel JC suites.
L’hotel è davvero bello e appena ristrutturato ma ha un grosso problema: vicino alla porta del bagno c’è un ragno nerissimo e gigantesco.
Io ho paura!! E’ talmente grande che temo sia velenoso, sarò troppo paranoica?!
Luca mi prende in giro ma anche lui, tentando di non farsi vedere, sigilla borsa e valigia.
E poi sono solo io a essere preoccupata dal ragno, vero Luca?!
Andiamo a mangiare Barbeque al Smoking Yard’s BBQ , dove mangiamo benissimo e paghiamo pochissimo.
Quando torniamo in camera il ragno è ancora fermo al suo posto e chiudo gli occhi con Luca che ridacchia e mi dice che stanotte nel letto saremo in 3.
Della serie…come dormire sereni!!
– Clicca qui per la giornata precedente –
– Clicca qui per la giornata successiva –