USA 2018: Diario di viaggio – Day 10
La sveglia suona prestissimo, oggi si va a vedere l’alba alle Badlands e poi ci aspetta la traversata oceanica fino ad Estes Park, passando per il Nebraska.
Ricordate l’alba migliore della mia vita, quella tutta sola al Grand Canyon? Ecco, ero tutta sola anche qui visto che Luca non è mai sceso dall’auto.
Questa però vince senza dubbio il premio come l’alba peggiore di sempre.
Partiamo dal motel che il cielo è quasi completamente nuvoloso ma, chiamatemi ottimista, spero di riuscire lo stesso a veder qualcosa.
Arriviamo al Big Badlands Overlook e Luca mi dice che lui non ci pensa proprio a scendere dalla macchina, preferisce restare li al caldo.
Scendo dall’auto che ci sono già alcuni fotografi appostati. Allora non sono l’unica a voler tentare nonostante le nubi!
Per scaldarmi faccio avanti indietro e, quando torno alla macchina per vedere se Luca è ancora vivo, lui sta dormendo profondamente.
Ok, meglio non disturbarlo se non voglio che poi sia nervoso tutto il giorno.
Fa freddissimo, quanto ci mette a sorgere sto sole??
Alla fine riesco pure a vederlo spuntare ma i colori sono spentissimi. Se dovessi dargli un nome la definirei depression sunrise.
Quando salgo in macchina Luca si sveglia e ridacchia chiedendomi se allora l’alba è stata bella.
Uno spettacolo guarda!
Torniamo al motel, facciamo i bagagli, e partiamo per raggiungere Estes Park. La tappa di oggi è lunga, partire presto male non fa.
Neanche a dirlo dopo pochi chilometri esce il sole. Ma non poteva uscire prima alle Badlands?!
Luca è al volante e, dopo aver superato ogni limite di velocità possibile nelle strade deserte del South Dakota, decide che è stanco.
“Tutta colpa tua che mi hai fatto alzare presto per quella bellissima alba!!” mi dice.
Prendo il suo posto al volante, lui pisola di tanto in tanto, e io mi trovo improvvisamente dentro a un film western: distese di campi e rotoballe che, spinte dal vento, mi attraversano la strada davanti.
“Luca, hai visto?! Ci è appena passata davanti una rotoballa gigante!”
Lui, che stava dormendo, si tira su di colpo. “Come una rotoballa? Ma davvero?? Vedere le rotoballe è sempre stato uno dei miei sogni!!”
Io lo guardo basita. Mi sta prendendo in giro?
Invece no, vedere una rotoballa è davvero uno dei suoi sogni. E io che pensavo di essere strana!
Proseguiamo ed entriamo nel Nebraska.
Qui facciamo una sosta alla particolarissima Carhenge.
No, non ho sbagliato a scrivere.
Avete presente Stonhege, in Inghilterra? Ecco, questa è la copia americana. L’unica differenza è che qui in Nebraska, invece dei sassi, ci sono le macchine.
Ma come se le inventano ste cose gli americani?!
Facciamo appena in tempo a fare un giretto che inizia a diluviare. Direi che è ora di tornare in macchina e lasciare il Nebraska.
Oggi stiamo attraversando un sacco di confini di stato e sembra che il tempo voglia continuare a cambiare. Nuvole, poi sole, poi pioggia, vento, sole ancora…. Qual è la cosa positiva?
Ma che ci siamo FINALMENTE lasciati alle spalle la nebbia!
Evviva!!!
Arriviamo a Estes park poco dopo le 4 e, dopo aver fatto il check in, ci concediamo un po’ di relax.
L’hotel è il Blue Door Inn e non posso che consigliarlo.
Camera enorme e piscina davvero carina, peccato che noi non possiamo usarla visto che la temperatura si aggira circa sui 10 gradi ed è molto nuvoloso. Un po’ freschetto per il costume, no?!
Alle 18.30, come le galline, andiamo in centro a mangiarci una bella bisteccona, davvero buona e gustosa, accompagnata da un ottimo margarita.
Dopo cena facciamo un breve giro nella via principale. Non sono ancora le 8, i ristoranti sono tutti vuoti, e non c’è un’anima in giro.
Ma come, fino a poco prima c’era gente ovunque!! Cos’è, c’è il coprifuoco come a Sedona?
Non ci resta che tornarcene in hotel e andare a letto. Chissà se Luca sognerà le sue adorate rotoballe!!
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