Viaggiare non è mai abbastanza.

USA 2017: Diario di viaggio – Day 17

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Ci svegliamo a Las Vegas, nella città del divertimento, ma oggi siamo tristissimi nonostante le nostre prossime mete siano Los Angeles e la bellissima Santa Monica.

O meglio, io sono tristissima, Luca invece fa spallucce e mi dice che le vacanze non possono durare per sempre.

Quale risposta migliore per tirare su il morale a qualcuno in depressione pre-ritorno a casa?! Non si smentisce mai!

Facciamo i bagagli e andiamo a fare l’ultimo giro in città.

Lui vorrebbe giocare mentre io invece sono in piena emergenza souvenir. Ho promesso qualcosa ad un sacco di gente e durante il viaggio me ne sono completamente dimenticata.

Vabbè, andrà bene il souvenir da Vegas, devo solo stare attenta a non prendere niente di equivoco.

Si perchè ho scoperto, durante la ricerca, che a Las Vegas souvenir equivoci ce ne sono in abbondanza.

Fatto sta che si fa tardi e Luca non riesce nemmeno stavolta a giocare.

Gli prometto allora che torneremo a Las Vegas, almeno 3 giorni, così avrà tutto il tempo per farlo.

Lui non mi crede e imbronciato mi risponde che lui tornerà di sicuro a Las Vegas a giocare.

Da solo.

Si si certo amore mio, come no. :razz:

Inizia allora un battibecco che dura mezza strip.

“Perchè non mi lasci andare da solo? Devo solo giocare! “

Ed io, che sono abbastanza gelosa: “Ti credo che devi solo giocare ma ti servo io per fare l’itinerario e organizzare il viaggio!!”

“Ma Giò io mica vado in giro, resto una settimana solo a Las Vegas. Posso venire qua anche senza di te”.

Non vi sto a raccontare tutto il proseguo della discussione, fatto sta che a Las Vegas ci è tornato l’anno dopo….insieme a me. :megalol:

Facciamo quindi ritorno al parcheggio dell’Aria, saliamo in macchina, e partiamo alla volta di Los Angeles.

Siamo in enorme ritardo sulla tabella di marcia. Perché quando siamo a  Vegas finisce sempre che ritardiamo la partenza?!  

Ci fermiamo in un area di sosta a mangiare un hot dog per la modica cifra di 2$ e, sazi, facciamo rotta verso Los Angeles.

E’ il venerdì del Labor day e si vede, il traffico verso Las Vegas è allucinante.

Noi fortunelli invece siamo nella corsia opposta, e meno male. In uscita da Los Angeles sono completamente fermi. Quanto ci metteranno questi poveretti ad arrivare a Vegas?

Ipotizziamo circa 8 ore vedendo la situazione traffico. Ok, ricordatemi di non fare mai la tratta LA- Las Vegas durante il Labor Day. 

Prima di dirigerci a Santa Monica facciamo un veloce passaggio a Downtown che non abbiamo mai visto e, devo dire, che non è male per niente, specialmente il Grand Park con vista sul City Hall.

Santa Monica però è un’altra cosa e, appena arrivati, io mi sento di nuovo dentro il set di Baywatch. 

Quanto mi piace questo posto? Facciamo il check in all’hotel e ci prepariamo per il tramonto sul Pier.

Percorrere la passerella in spiaggia è piacevolissimo.

Stasera poi, a differenza dello scorso anno, è caldo e il piumino non serve. Colpa dell’ondata di caldo che sta affliggendo la California in questi giorni. 

 

santa monica

santa monica pista ciclabile

santa monica pier

 

Arriviamo al pier e il tramonto, col cartello della fine della Route 66 sullo sfondo, è qualcosa di incredibile, tanto da essere uno dei miei ricordi più belli della vacanza.

Certo, non può reggere il confronto con quello visto in tanti parchi ma, per me che ho sempre sognato la California dei film, essere qui al tramonto è un sogno che si avvera.

 

santa monica pier

santa monica tramonto

santa monica

 

Con gli occhi ancora a cuoricino ci avviamo verso la nostra ultima cena (della vacanza fortunatamente :4_joy: ) e facciamo la miglior scelta possibile, Barney’s Beanery.

Il locale è bellissimo, ci sono tavole da surf ovunque, si mangia benissimo, i camerieri sono gentilissimi e…il margarita è buonissimo.

O dovrei dire Margaritas, al plurale? D’altronde bisognava pur finire la vacanza in bellezza no?

 

santa monica margarita

santa monica locali

 

Tristi per la partenza di domani ma felici per la bellissima serata trascorsa a Santa Monica, facciamo ritorno in hotel e dormiamo, per l’ultima volta, sul suolo americano.

Prima di addormentarmi non posso fare a meno di pensare a chissà quando mi ricapiterà.

 

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