Viaggiare non è mai abbastanza.

USA 2017: Diario di viaggio – Day 16

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Mi sveglio e non posso che essere un po’ malinconica, anche le ultime 2 notti consecutive sono andate e ormai è quasi ora di tornare a casa.

Vabbè, non ci pensiamo troppo, oggi si va a Las Vegas!! :Yahooo:

Facciamo colazione nel solito terrazzino e prepariamo i bagagli.

Il programma della giornata è fare la strada panoramica chiusa l’altro giorno, visitare la diga di Hoover, vedere la Valley of Fire, fare il trail che porta alla Fire Wave ed infine arrivare a Las Vegas. 

Riusciremo sicuramente a fare tutto, si si….

Carichiamo l’auto e partiamo, facciamo la famosa strada panoramica e ci guardiamo intorno un po’ smarriti.

Questa sarebbe una delle più belle strade d’America? Ma dove?

Ci sembra niente più che una normalissima strada nemmeno troppo entusiasmante.

Proprio come un anno prima sulla Tioga Road che non avevamo trovato nulla di che ci chiediamo se forse siamo noi a essere sbagliati.

Poi ci ricordiamo che siamo abituati ai passi dolomitici e forse capiamo perché queste due strade non ci sembrano niente di speciale.

Ci immettiamo nella Interstate 40 e ci fermiamo a Williams a fare rifornimento di benzina e di cibo.

Qui riassaporiamo per un attimo lo spirito della route 66.

 

 

Ma quanto mi piace l’ovest con i suoi paesini così caratteristici?? E’ un altro mondo.

Proseguiamo perché la strada è ancora lunga, prossima fermata, diga di Hoover.

Arriviamo  alla diga di Hoover verso ora di pranzo, troviamo uno spiazzo panoramico dove parcheggiare e tutti i nostri bei programmi vanno in fumo appena apriamo la portiera della macchina.

Sembra di avere un phon puntato in faccia tanto il caldo è allucinante. Vi lascio immaginare la felicità di Luca che è mister odio il caldo.

Di passeggiare sulla diga non se ne parla proprio, di andare in cima al ponte per vederla dall’alto nemmeno, è troppo caldo e non vogliamo liquefarci.

Che facciamo allora?

Scendiamo dalla macchina, facciamo i 10 passi che ci separano dal bordo del punto panoramico e facciamo 2 foto.

SI, proprio 2 di numero, non vediamo l’ora di risalire in macchina con l’aria condizionata.

Siamo scandalosi, lo so, ma il caldo quel giorno è davvero inaffrontabile, non c’è diga di Hoover che tenga.

 

Diga hoover

diga hoover

 

Risaliti in paradis…in macchina passiamo un posto di blocco dove ci controllano i passaporti, l’interno della vettura e poi ci lasciano proseguire.

Ci fermiamo al parcheggio poco più avanti, qui partirebbe il mini trail per salire sul ponte delle foto, trail che permetterebbe di vedere la diga di Hoover dall’alto.

Ok, parcheggiamo, andiamo in bagno, mangiamo i panini boccheggiando e…. risaliamo nuovamente in macchina. 

Non ce la possiamo fare a salire, c’è gente che lo fa ma noi non vogliamo rischiare un infarto, per carità, non abbiamo più vent’anni!! :4_joy:

Bene, è ora di andare alla Valley of Fire.

Partiamo, facciamo qualche chilometro e poi guardo Luca dubbiosa.

“Ma ci vogliamo proprio andare?? Perché so che l’outlet quest’anno non era nel libretto (il travel book) ma con questo caldo io farei un cambio programma….”

Non faccio nemmeno in tempo a finire la frase che lui mi guarda pieno di gratitudine.

“Siiii, non sono mai stato così felice di andare a fare shopping nella mia vita”.

Ed è così che, invece di andare a vedere una delle meraviglie del Nevada, finiamo a visitare una delle meraviglie di Las Vegas, il premium outlet.

Come al solito passiamo più di un ora da Tommy Highfiger, il nostro negozio preferito.

Soddisfatti e col portafoglio più leggero ci avviamo al nostro hotel per la notte, L’Aria .

Quest’hotel è meraviglioso, la camera è enorme, completamente automatizzata e ci sentiamo dei Re.

L’unico vero problema è che restiamo qui soltanto una notte, l’anno scorso al Mirage non era stato un problema lasciare l’hotel ma ho come la sensazione che invece domani lo sarà.

Ma pensiamo al presente, doccia, relax e poi buffet del Bellagio.

E’ tutto buonissimo quindi con la pancia piena usciamo a vedere lo spettacolo delle fontane.

Qui, non so perché, mi aspettavo di sentir partire la canzone di Bocelli ma anche your song di Elton John rende l’atmosfera magica.

Si, a me queste trashate americane piacciono un sacco.

Lo spettacolo è molto bello e finalmente quest’anno siamo riusciti a vederlo!

L’avevo detto io l’anno scorso che sarei dovuta tornare a Las Vegas per vederlo e ho mantenuto i miei buoni propositi.

Lo dico a Luca il quale mi dice che se dovesse guardare me avrei sempre un buon motivo per tornare in America.

“Si, vedrai che anche l’anno prossimo ne avrò uno :razz: ” 

“Scordatelo” mi risponde, “l’anno prossimo non torniamo in America, goditi gli ultimi 2 giorni!!”

Io gli rispondo convinta (al tempo lo ero davvero) “Ma no dai scherzavo, neanche io in realtà avrei voglia di tornare in America l’anno prossimo!”

Ah, come cambiano idea facilmente queste donne!!

Ci incamminiamo per vedere la parte della strip che ci manca, quella che va dal Bellagio al New York New York.

La passeggiata è piacevole e ancora più piacevole è quando entriamo al Times Square Bar.

Qui c’è un pianista che suona dal vivo su richiesta, le canzoni sono tutte allegre e tra una canzone e l’altra il tempo passa talmente in fretta che Luca mi deve praticamente trascinare via.

Rientriamo in hotel poco dopo mezzanotte, Luca vorrebbe giocare ma è tardi quindi preferisce venire su con me, un po’ imbronciato perché nemmeno oggi è riuscito a mettersi al tavolo da gioco.

E’ tempo di mettersi a letto, siamo distrutti. Ecco, questo è  quello che succede quando ti abitui ad andare a letto tutte le sere alle 9 come le galline!

 

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