Viaggiare non è mai abbastanza.

USA 2017: Diario di viaggio – Day 7

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E’ nuvoloso anche oggi e io inizio a diventare insofferente, possibile che sono 4 giorni che ci portiamo dietro sto tempaccio?! Inizio a sentirmi davvero il Fantozzi della situazione!!

Al contrario Luca è tutto felice, continua a dirmi che le sue AMICHE nuvolette stanno facendo un ottimo lavoro e, quando partiamo alla volta di Mesa Verde, mi dice addirittura di smetterla di brontolare che tanto loro (le nuvole….) danno retta solo a lui.

Benissimo, tra 7 miliardi di persone nel mondo, l’uomo che sussurrava alle nuvole dovevo trovarlo proprio io?!? :4_joy: 

Abbiamo prenotato il primo tour, quello delle 9, quindi prima riusciamo a fare un giretto panoramico della zona,  vedere Cliff Palace da lontano è molto d’impatto.

 

mesa verde

mesa verde

 

Un po’ prima delle 9 siamo al punto di ritrovo dove facciamo conoscenza con il ranger che ci guiderà in questa avventura.

Ha evidentemente il compito di farci terrorismo psicologico visto che passa 10 minuti a dirci quanto sia pericolosa l’escursione e che se vogliamo tirarci indietro siamo ancora in tempo, non c’è nessuna vergogna.

La domanda mi sorge spontanea, stiamo per entrare a Balcony House o nella bocca dell’inferno?!

Per fortuna dopo un po’ partiamo, ritira i ticket e ci incamminiamo giù per il sentier…no ho cantato vittoria troppo presto, dopo 5 metri siamo fermi di nuovo.

Ci spiega la storia della zona e poi ripartiamo. Stavolta di metri ne facciamo 20 prima di stopparci ancora. Ok, ora inizio a spazientirmi, ci arriveremo mai a sta benedetta Balcony House?

Sto ranger parla parla parla… è anche interessante all’inizio ma poi la tira davvero troppo per lunghe.

Dopo un tempo infinito finalmente arriviamo a destinazione e qui ci becchiamo altri 5 minuti di raccomandazioni sulla pericolosità di quello che andremo ad affrontare.

Iniziamo il breve percorso all’interno della Balcony house e, a parte delle scale a pioli brevissime e un tunnel davvero corto in cui bisogna strisciare, non c’è proprio nulla di avventuroso. Caro ranger, se per te sta roba è pericolosa, come definiresti le scale del bandelier?! 

 

mesa verde

mesa verde

mesa verde

mesa verde

 

Usciamo un po’ delusi, la Balcony House sarebbe anche carina se l’escursione non consistesse in 10 minuti di visita, 18 ore di chiacchiere del ranger e 27 ore di raccomandazioni. :4_joy:

Usciamo da Mesa Verde e saliamo in macchina pronti a fare la Million dollar Higway, la bellissima strada panoramica che va da Durango a Ouray.

Il cielo però diventa sempre peggio, se andiamo avanti di questo passo a destinazione ci arriveremo sotto la pioggia e come se non bastasse troviamo anche dei lavori che ci fanno perdere più di mezz’ora.

 

 

A Silverton come previsto ci arriviamo sotto il diluvio universale ma ciò nonostante decidiamo di fare un pit stop all’information center.

Qui troviamo 2 simpatiche vecchiette che ci illustrano le attrattive della zona e ci danno una mappa gigante plastificata dell’alpine loop che ci potrebbe essere molto utile l’indomani.

Sfidando le intemperie risaliamo in macchina e andiamo a vedere il centro di Silverton, o almeno tentiamo di farlo visto che ci sembra di essere finiti nel bel mezzo alla stagione dei monsoni.

Si fatica a vedere fuori e la nostra unica opzione è parcheggiare davanti a un bar e pranzare sperando che nel frattempo smetta.

Mangiamo discretamente ma quando usciamo la situazione è cambiata di poco quindi, a malincuore, decidiamo di lasciar perdere la visita alla miniera di Silverton visto che siamo già abbastanza congelati così. :Sad:

Risaliamo in macchina e da Silverton a Ouray capiamo perché questa strada sia definita una delle più belle d’America, è un susseguirsi di panorami stupendi. 

Abbagliata da tanta bellezza intimo a Luca di fermarsi, il panorama è bellissimo e una foto ci sta tutta. Lui però, invece di accostare, mi chiede se sono impazzita: non hai visto i cartelli giganti che intimano di non fermarsi a lato della strada?!

Io in realtà non ci ho fatto caso quindi gli chiedo perché mai non possiamo accostare come hanno fatto tutti gli altri prima di noi.

Mi risponde che lui non vuole rischiare la pelle visto che sui cartelli c’era scritto vietato fermarsi per possibile caduta massi.

Chi sei tu? Cosa ne hai fatto del mio Luca, l’uomo senza paura? 

Onde evitare di prendere parole però decido di non protestare e così facendo resto senza una foto decente di questa meravigliosa strada.

A Ouray alloggiamo al River’s edge Motel, un alberghetto carino che ci ha fatto risparmiare un bel po’ rispetto agli altri del paesino.

Quando scendiamo dalla macchina per fare il check in in la pioggia ci ha lasciati ma fa ancora un freddo assurdo quindi entriamo di corsa nella lobby.

Qui troviamo un vecchietto che ci chiede i documenti e molto tranquillamente ci dice che lui non ha nessuna prenotazione a nostro nome. Io impallidisco, come non c’è nessuna prenotazione a nostro nome?! 

Certo che c’è la prenotazione, l’ho fatta io e sono sicura di quello che dico. Abbiamo prenotato con booking, ricontrolli per favore.

Lui ricontrolla ma scuote la testa, nessuna prenotazione a vostro nome.

Gli dico che posso mostrargli la conferma ma mi risponde che se non ce l’ha sul computer non può farci niente.

Sto per tirare giù tutti i santi del firmamento quando ci dice che gli dispiace e che ha ricontrollato di nuovo ma no, lui non  ha nessuna prenotazione a nostro nome, non c’è nessun CARTA D’IDENTITA’.

Io e Luca ci guardiamo e non sappiamo più che faccia fare, come non c’è nessun Carta d’identità?! :4_joy::4_joy::4_joy: Ma il nome non è mica quello!!!

Cade dalle nuvole, ci guarda, riguarda il documento, poi il pc e ci sorride tutto contento, se il nome è quest’altro allora si, eccola la vostra prenotazione!!

Quando usciamo dalla stanza andiamo avanti a ridere per un po’, poi, quando abbiamo troppo male agli addominali per continuare, andiamo a prendere possesso della nostra camera. Ci passeremo 2 notti qui e il non dover ricaricare in macchina tutto quanto domani è fantastico.

Dopo una doccia rigenerante e soprattutto riscaldante andiamo a ritirare la Jeep, il noleggio è a 2 passi dal nostro hotel quindi ne approfittiamo per fare una breve passeggiata.

La signora è gentilissima e, firmati tutti i documenti necessari (abbiamo dovuto farci un assicurazione aggiuntiva a parte prima di partire per poterla noleggiare), ci porta a vedere il nostro bolide.

Maaaaa…Perché a sta Jeep manca un pezzo?!  Ci spiega che quella Wrangler è la versione adventurous e quindi è per metà completamente aperta.

Ottimo, questo è quello che succede quando si vuole risparmiare. :4_joy: 

Ecco perché costava molto meno delle altre! Meno male che domani hanno messo bello, cosa avremmo fatto se fosse stata una giornata come oggi?! 

 

 

Ringraziando la nostra buona sorte rientriamo in ufficio per le ultime indicazioni. Qui la signora ci chiede se siamo davvero convinti del cambio manuale visto che non è facile da usare.

Luca le spiega che in Italia usiamo quasi solo il manuale e dopo l’iniziale diffidenza ci crede e si convince che non le distruggeremo la macchina.

Si offre anche di illustrarci il percorso e dato che è così gentile evito di dirle che l’ho studiato talmente tanto che ormai lo so a memoria.

Ci chiede da dove vogliamo partire, ci mostra il percorso e ci raccomanda di evitare l’ultimo pezzo che è davvero molto duro e rischioso, adatto solo a persone espertissime su sterrato.

Non riusciamo a trattenere le perplessità quindi le chiediamo se è davvero così difficile farlo tutto. Lei ribadisce il concetto e ci guarda con il terrore negli occhi…che stia iniziando a temere per la sua macchina?!

Per non spaventarla ulteriormente facciamo finta di darle retta e le sorridiamo annuendo convinti mentre nelle nostre teste abbiamo lo stesso pensiero: col cavolo che facciamo la strada alternativa, siamo venuti dall’Italia per fare l’alpine loop, abbiamo noleggiato una Jeep apposta, credici cara che facciamo le tue stradine facili facili!!

Quindi, dopo averla lasciata in una probabile preghiera per la sopravvivenza nostra e della sua Jeep, andiamo a cena.

Stasera pizza e come due veri americani che si rispettino mangiamo al bancone chiacchierando con la barista (Io) e guardando il baseball (Luca).

Due birre e ordiniamo, stasera niente Margarita. O meglio questo era il buono proposito  finchè non mi vedo passare davanti, bello e invitante, un bicchierone con il mio nuovo cocktail preferito.

Finisco la birra e me lo ordino con tanti saluti ai miei buoni propositi, tanto stasera siamo a piedi. 

Con la pancia piena ce ne andiamo a letto, domani alle 6 partiamo, io, e soprattutto il mio mister carta d’identità, dobbiamo essere belli arzilli!! :D

 

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