USA 2017: diario di viaggio – day 3
Alle 4 mi sveglio e non chiudo più occhio, niente da dire, questa melatonina funziona benissimo!
Alle 6.30 suona la sveglia, scendiamo a fare colazione ma non carichiamo la macchina, oggi facciamo un ultimo tentativo di sostituzione all’aereoporto di Tucson.
Andiamo a fare il pieno e ci avviamo verso la Alamo, che è quasi accanto al nostro hotel, ma di Grand Cherokee nemmeno l’ombra.
Ormai è deciso, la Santa Fè sarà la nostra compagno di viaggio, e col senno di poi non poteva andarci meglio.
La prima tappa è il Saguaro Est.
C’è un bel sole e devo dire che questo parco mi è davvero piaciuto, i Saguari sono un pochino meno grandi che nell’ovest ma ce ne sono di più e se dovessi scegliere tra i due non avrei dubbi, il Saguaro Est vince per me.
Percorriamo la scenic drive e dopo circa un oretta di visita lasciamo il parco alla volta di Tombstone, una vecchia cittadina west.
E’ certo un po’ commerciale ma non l’ho trovata un trappolone per turisti ma anzi, devo dire che sia io che Luca siamo stati contenti di averla inserita nell’ itinerario.
Sono circa le 10 quando arriviamo, parcheggiamo la macchina all’ombra e ci facciamo una bella passeggiata nella main street e nella Old Tombstone.
Tentano di chiederci se vogliamo assistere ad una sparatoria o fare un giretto con il trenino ma decliniamo le offerte e ci limitiamo ad assaporare a piedi come doveva essere vivere qui.
Il caldo inizia a farsi davvero sentire quindi decidiamo che è arrivato il momento di andare a visitare il famoso cimitero.
Dopo qualche giro riusciamo finalmente a trovarlo e, al costo di 3 dollari, iniziamo la visita. Ma quanti omicidi ci sono stati in questa città?! Pazzesco!!
Usciamo e ci stiamo dirigendo tranquillamente verso la macchina quando un tipo strano ci ferma e attacca bottone.
Ci chiede da dove siamo e ci dice che siamo davvero una bella coppia.
Poi si indica la maglietta con la scritta Playa de Carmen e ci dice che dobbiamo assolutamente andare la, che lui ci va ogni anno ed è pieno di nostri connazionali.
Al che noi rispondiamo che ci piacciono le vacanze attive, stare al mare ci annoia.
Lui però insiste che è pieno di cose da fare e che dobbiamo assolutamente andare. Chi è, un promotore turistico messicano?
Ma ecco che, mentre stiamo amabilmente parlando con il tizio, ne arriva un altro.
Il personaggio indossa una gonna corta e larga a quadri neri e rossi e ha un mantello rosso con disegnati i dadi di Las Vegas.
Subito pensiamo che sia amico di mister Playa de Carmen ma poi capiamo che non si conoscono e che è stato attirato dal nostro parlare Italiano visto che ha vissuto 3 anni a Roma.
Prova a parlare qualche parola con noi ma “Playa” è geloso e si riprende l’attenzione chiedendoci i nostri nomi.
Io gli dico il mio e mi dice che Dovanna è un bellissimo nome….peccato che io mi chiamo Giovanna, con la G!
Provo a spiegarglielo ma lui continua a dire che è proprio un nome bellissimo Dovanna!
Alla fine mi arrendo e faccio finta che abbia ragione…dopotutto Dovanna è un nome bellissimo no?!
In tutto questo l’altro tizio ascolta, sorride, annuisce e se ne salta fuori dal nulla dicendo che lui adora l’Italia e gli Italiani…il tutto muovendo il bacino e dondolando la gonna…. Ma li troviamo tutti noi?!
Alla fine dopo un quarto d’ora sotto il sole e un’ustione di primo grado riusciamo a salutarli e andarcene, non prima di ricevere l’ultima raccomandazione… DOVANNA, hai un Good Guy, tienitelo stretto!!
La strada per il Chiricahua non dovrebbe essere lunghissima visto che abbiamo scelto di non passare per Besbee ma rimaniamo fregati quando troviamo chiusa la strada che dovrebbe tagliare ed evitarci il passaggio dalla cittadina mineraria.
Dobbiamo allungarla, non abbiamo alternative.
La deviazione ci porta via tempo ma ci regala la possibilità di vedere Bisbee che altrimenti avremmo saltato e, alla fine, siamo stati perfino contenti di aver trovato la strada allagata.
La cittadina è caratteristica e la miniera enorme.
Dopo kilometri di strada diritta chiedo a Luca se posso provare a guidare anche io, lui tenta di scoraggiarmi dicendomi che la macchina è molto grande ma non demordo e alla fine accostiamo e mi cede il volante.
Ovviamente quando doveva comparire un posto di blocco della polizia di frontiera?! Ma chiaramente l’unico momento in cui alla guida ci sono io, e da soli 5 minuti per di più!!
Lo vediamo da lontano e Luca, vedendomi un tantino agitata, mi dice che se voglio posso accostare ed essere sostituita da lui.
Io rifiuto, ho come l’impressione che sembrerebbe un tantino sospetto e non voglio certo rischiare di finire in carcere per traffico di messicani.
Per fortuna va tutto bene, mostriamo i passaporti, danno una rapita occhiata e ci lasciano proseguire.
D’altronde non avevamo nessuno nel bagagliaio quindi non poteva che andar bene .
Dopo un oretta alla guida mi accorgo che il mio passeggero è inquieto ed agitato, non sta fermo un secondo e sta iniziando ad agitare anche me… quindi appena posso accosto e gli dico di riprendersi la sua macchina, decisamente non è tagliato per stare sul sedile destro.
Alla fine però io preferisco che sia lui a guidare quindi siamo contenti entrambi.
Alle 2 arriviamo al Chiricauha e pranziamo nei tavolini da pic-nic, Luca continua a sperare nell’arrivo dell’orso ma anche qui gli va male quindi, appena finito di mangiare, andiamo alla scoperta del parco.
Non avevo particolari aspettative invece devo dire che mi è piaciuto, è valsa sicuramente la pena andarlo a vedere.
Da qui partiamo per raggiungere Willcox ma visto che è presto decidiamo di fare l’Apache pass e di vedere Fort Bowie.
La scelta è stata azzeccata e lo sterrato si rivela molto più interessante della noiosa strada asfaltata.
A Wilcox alloggiamo all’Arizona Sunset Inn, carino e comodo.
Dopo la doccia mi accorgo che, orrore, ho dei segni enormi dove avevo la canottiera.
Ora, non sarebbe niente di cosi’ sconvolgente o preoccupante se a settembre non ci fosse il matrimonio della mia migliore amica, dove, OVVIAMENTE, ho un vestito senza spalline e sono la testimone.
Ok, non disperiamoci, ho ancora 15 giorni davanti a me e una nuova missione: eliminare i segni delle spalline!
A cena facciamo un buco nell’acqua, decidiamo di fermarci in un posto che sembra molto carino visto che si mangia nella carrozza di un treno.
Il peggior ristorante di tutta la vacanza, cibo indecente e cena in compagnia dei pinguini, mamma mia che freddo assurdo!!
Visto che non vogliamo prenderci una polmonite ce ne andiamo di corsa, domani ci alziamo presto dato che alle White Sand mettono nuvoloso da mezzogiorno in poi.
Sono le 22 quando ci addormentiamo, gli Stati Uniti ci fanno proprio diventare due vecchietti!!
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