USA 2016: Diario di viaggio – Day 16
E’ l’ultimo giorno di vacanza, oggi il nostro viaggio in America finisce e non so cosa darei per poter rimanere ancora.
Purtroppo però tutti i viaggi prima o poi finiscono quindi deprimersi non serve, meglio godersi questo ultimo giorno, l’ aereo è alle 21.30 quindi ne abbiamo tutto il tempo.
Solita colazione da starbucks, un ultimo saluto all’hard rock hotel e andiamo a prendere la macchina.
Luca vuole percorrere il ponte di Coronado in auto quindi, visto che il weekend del labor day è finito e il traffico è tornato ad essere umano, la nostra prima tappa della giornata è proprio il ponte.
Si, il ponte e basta visto che appena attraversato facciamo inversione e torniamo indietro.
Coronado l’abbiamo già vista quindi adesso è il turno di Pacific beach e di la Jolla, quest’ultima con non poca difficoltà.
Facciamo come minimo 3 giri in auto alla ricerca di un parcheggio ma non troviamo niente.
Luca inizia a spazientirsi ma per fortuna, quando abbiamo perso le speranze e stiamo per andare via, vedo una macchina fare retomarcia e velocissimi facciamo nostro il posto che si è appena liberato.
Menomale, sarebbe stato un peccato non fermarsi qui!!
Il panorama è bellissimo ma c’è una cosa che ci disturba… che odoraccio c’è qui? E’ appena passato un camion pieno di immondizia e non ce ne siamo accorti?!
E’ davvero una cosa nauseabonda.
Guardo bene verso la spiaggia ed ecco la risposta: non ci sono cassonetti dei rifiuti aperti da nessuna parte, il tanfo viene dalla spiaggia e più precisamente da loro, i leoni marini.
Risaliamo in macchina e facciamo un giretto per le viuzze, direi che i residenti qui non se la passano affatto male dato che ci sono super villone dappertutto!
Andiamo a fare benzina e poi ci rimettiamo in marcia verso Los Angeles e più precisamente Santa Monica.
Traffico ne troviamo pochissimo e grazie alla corsia di carpool arriviamo a Venice beach prestissimo.
Dopo aver visto i canali dai quali ha preso il nome andiamo a vedere l’immensa spiaggia e a passeggiare dove sono ambientati così tanti film.
Nonostante non mi piaccia fare palestra devo dire che a Muscle beach mi sarei iscritta volentieri…perché è sulla spiaggia e a due passi dal mare, per cos’altro sennò?!
Pranziamo e poi ci dirigiamo a Santa Monica, più precisamente nella via centrale nonchè dei negozi . Facciamo una bella passeggiata e, dopo essermi persa dentro Victoria Secret, andiamo a piedi al molo.
C’è tantissima gente nonostante il giorno feriale e devo dire che Santa Monica ci è piaciuta proprio tanto.
Sto facendo qualche foto al famoso cartello quando sento una famiglia di Italiani lamentarsi.
Hanno chiesto a 2 tizi di fargli una foto e uno ha tagliato via i bambini che naturalmente sono più bassi mentre l’altro ha tagliato via due teste.
Impietosita mi offro di fargli io una foto decente e, dopo avergliene fatto un paio, non finiscono più di ringraziarmi chiedendomi se sono li da sola.
Certo, il ragazzo che sta in piedi affianco a me a guardarci chi dovrebbe essere allora?!
Ci salutiamo e passeggiamo ancora un po’ ma abbiamo ancora un sacco di tempo quindi decidiamo di andare a vedere l’università della California e poi ritornare a Beverly Hills che avevamo visto solo di sfuggita il primo giorno.
Ma si abbiamo ancora un sacco di tempo…..
Prima di andare un ultima foto, questa non po’ proprio mancare.
Arriviamo alla Ucla ma altro non è che un insieme di fabbricati e case per gli studenti quindi un breve passaggio e siamo già diretti a Beverly Hills.
Ho già detto che mi trasferirei qui?! Questo quartiere mi piace proprio tanto!!
A parte che… è possibile che Beverly Hills non piaccia??
Ci manca una cosa quindi parcheggiamo e la nostra ultima foto in terra americana è questa, non si poteva concludere in miglior modo.
Dobbiamo proprio tornare a casa?!?!?!?
E’ ora di andare verso l’aereoporto, siamo in anticipo ma è meglio avviarsi, non si sa mai col traffico di Los Angeles.
E infatti poco dopo siamo in colonna, fermi.
Ok, accendiamo google maps, ho la connessione internet quindi ci dovrebbe far evitare il traffico.
Una volta usciti dall’imbottigliamento passiamo da Beverly Hills a un postaccio che non saprei nemmeno definire, è proprio vero che basta cambiare quartiere per finire in un altro mondo.
Comunque il traffico è assurdo un po’ dappertutto, la gente evidentemente è uscita dal lavoro.
Passiamo dall’essere in anticipo all’essere in ritardo e se non ci arrestano è un miracolo visti i limiti di velocità superati e il passaggio con un semaforo rosso.
Spero solo di non veder comparire una pattuglia con la sirena accesa dietro di noi!!
Arriviamo a riconsegnare la macchina 2 minuti prima dell’orario di consegna, ce l’abbiamo fatta per un pelo.
E’ possibile che riconsegnare una macchina sia un momento così triste?!
Beh per me lo è stato…in fondo quella è stata la nostra casa per due settimane e abbandonarla significava che il viaggio era davvero finito.
Ciao cara compassina, ciao frighetto di polistirolo, siete stati due splendidi compagni di viaggio.
Arriviamo in aereoporto e la coda del check in è infinita, il tipo davanti a noi ha qualcosa come 22 valigie (si, le ho contate).
Ai controlli poi becchiamo sempre la fila più lunga, talmente tanto che faccio amicizia con un’ australiana in coda con noi che mi dice che prima o poi dobbiamo assolutamente andare in Australia.
Magari!!
Una volta superati i controlli andiamo in bagno a metterci i pantaloni lunghi a una velocità che neanche flash e arriviamo che stanno imbarcando.
Sul filo del rasoio ma ce l’abbiamo fatta a prenderlo sto aereo.
Lezione del giorno: non è mai troppo presto per andare in aereoporto!!
L’aereo decolla puntuale e a me viene quasi da piangere, stiamo lasciando gli Stati Uniti e non essere tristi è impossibile.
Sarà un’addio?! Certo che no!!
Il viaggio però non è ancora finito, c’è ancora un giorno a Istanbul, torneremo sani e salvi?! Speriamo di si!!
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