USA 2016: Diario di viaggio – Day 12
Mi sveglio, guardo fuori dalla finestra e… trovo il muro.
Sono assonata e, volendo guardare che tempo fa, mi sono completamente dimenticata di questo piccolo dettaglio.
Ok, direi che qui l’unica soluzione è vestirsi a cipolla quindi via di pantaloni lunghi, maniche corte e golfino.
Scendiamo per fare colazione e la prima cosa che faccio è aprire la porta e alzare la testa per guardare il cielo. Ma è azzurrissimo!! Che cu…che fortuna, abbiamo trovato sole a San Francisco!!
Contenta come una pasqua raggiungo Luca che nel frattempo ha preso posto e vado a prendere qualche cornetto accompagnato dall’immancabile cioccolata calda.
I cornetti sono buonissimi tanto che ne mangio un numero indefinito, alla faccia di qualsiasi dieta. Ma si può no?! Non dicono tutti che la colazione è il pasto più importante della giornata?!
Con la pancia piena saliamo in camera a recuperare lo zainetto e andiamo accanto all’hotel ad aspettare il nostro primo cable car.
Il primo a passare è pieno ma il secondo ha un paio di posti quindi si va, linea Powell-Mason fino al capolinea.
Qui scendiamo e andiamo a prendere il bus 39 che ci porterà proprio davanti all’ingresso della Coit Tower, senza dover versare nemmeno una goccia di sudore.
Arriviamo li alle 10 in punto, la torre ha appena aperto e siamo tra i primi ad entrare. Grazie al sole splendente la vista è incredibile.
Scendiamo, usciamo dalla porta e arriva l’autobus quindi lo prendiamo al volo e scendiamo al pier 39.
Facciamo due passi, ammiriamo il paesaggio, Alcatraz e i leoni marini, e poi decidiamo di goderci questo bel sole andando fino al Golden Gate in bicicletta facendo il lungo mare.
Purtroppo decidiamo di noleggiare le bici da Blazing Saddles e mai scelta fu più sciagurata.
Le bici sono in pessime condizioni, quella di Luca ha problemi con la catena in salita e pensare di riuscire ad arrivare fino al Golden Gate con questi affari è pura follia.
Se già alla prima misera salitina ci lasciamo giù un polmone come si può puntare al ponte?
Non si può e infatti ci rinunciamo, arriviamo fino al Crissy Field e poi torniamo indietro. Sono state comunque due ore piacevoli (di più la seconda senza il vento contrario) ma il Golden Gate da sopra si va a vederlo in bus!!
Ma io non ero quella che voleva farsi TUTTA San Francisco in bicicletta?!
Si, in fase di programmazione avevo intenzione di fare un tour completo di San Francisco in bici.
Se ve lo state chiedendo avete ragione, probabilmente ero fuori di testa.
Dopo un paio d’ore restituiamo le bici, mangiamo un hot dog, e andiamo a prendere il bus.
Per la prima volta google maps sbaglia in pieno l’itinerario via bus, ci manda in una fermata dove non c’è traccia dell’autobus che dovrebbe portarci al Golden Gate e ci dobbiamo affidare alla cara vecchia cartina.
E’ bello vedere che comunque non siamo gli unici ad essere stati imbrogliati, la fermata è piena di altra gente che aspetta lo stesso nostro fantomatico bus.
Così, quando Luca mi dice che ha capito dove andare a prenderlo, siamo seguiti anche da altra gente. Luca ci porterà nel posto giusto? Sembra proprio di si, eccolo li, dopo 5 minuti, apparire all’orizzonte. Saliamo e, dopo un cambio, arriviamo finalmente al Golden Gate.
E bravo il mio eroe!!
Visto da qui il panorama è qualcosa di super e nonostante il vento gelido ci è piaciuto molto.
Finito il giretto vediamo l’autobus arrivare e saliamo di corsa.
Il tragitto è stato lungo all’andata quindi sappiamo di avere più di qualche minuto per riposare e vogliamo approfittarne.
Guardiamo fuori dal finestrino e vediamo un sacco di gente in colonna, è il weekend del Labor Day e c’è un traffico assurdo che lascia la città. Non invidiamo per niente quei poveretti, menomale che noi stiamo andando nella direzione opposta!!
La strada in realtà mi sembra diversa da quella dell’andata, lo faccio presente a Luca ma mi dice che spesso i bus fanno strade diverse per andare nello stesso posto.
“Ma sei sicuro? Vuoi che dia un’occhiata sulla mappa?” Mi assicura che è normale perciò mi fido, tra i due è sicuramente lui quello con più senso dell’orientamento, in genere non sbaglia mai.
Non sarà di certo questa la prima volta no?! Quindi, sicuri di essere nel giusto, ci mettiamo tranquilli. Talmente tranquilli che Luca prende sonno come un sasso.
L’autobus è stracolmo, soprattutto di universitari. Ma come, mi sembrava che l’università fosse da tutt’altra parte, a nord se non sbaglio. Allora come mai sto autobus è pieno di universitari? Ok che mi fido dell’intuito di Luca ma forse è meglio guardare sulla mappa.
Non ci credo, abbiamo preso il bus sbagliato!! Ha lo stesso numero ma questo Invece di andare a sud è andato a nord e adesso ci troviamo dall’altra parte del mondo.
Nooooooooooo!!!
Sveglio di botto Luca che mi guarda come se fossi un alieno. Gli dico che abbiamo preso il bus sbagliato e che è il caso di scendere immediatamente.
Lui mi dice di aspettare a scendere perché rischiamo di trovarci in mezzo al nulla.
Lo dice perché è la cosa migliore o perché vuole dormire un altro po’?!
Propendo per la seconda ipotesi quindi prendo il controllo della situazione e lo trascino giù dall’autobus. Dalla altra parte della strada c’è la fermata che va nella direzione opposta quindi attraversiamo e saliamo sull’altro autobus, quello giusto finalmente!
Partiamo e in un attimo siamo diventati parte di quei poveretti in colonna che non invidiavamo mezz’ora prima.
Per fortuna il traffico è più scorrevole di quello che pensavamo e alla fine abbiamo perso solo un ora.
E il colmo qual è?!
Mentre io sono tutta un “uffa, già abbiamo poco tempo, ci mancava solo buttare via un ora” Luca mi risponde con “ma dai, ci siamo fatti un giretto! Anzi, peccato che mi hai svegliato, poi non sono più riuscito a prendere sonno”.
Ma si può?!
Scendiamo nelle vicinanze di Ghirardelli Square e ne approfittiamo per fare un a bella passeggiata, a zig zag visto che siamo alla ricerca di qualche souvenir.
Arriviamo al pier 39 che è come sempre pieno di gente quindi proseguiamo con il nostro shopping pomeridiano e poi torniamo in hotel a prepararci per la sera.
Una volta pronti facciamo i due passi che ci separano dalla fermata del cable car e prendiamo la linea Powell-Hyde, la più bella.
Il controllore vede che tento in tutti i modi di sporgermi per veder fuori quindi, quando alla fermata successiva scendono 2 di quelli appesi all’esterno, mi prende per mano e mi porta al loro posto dicendo anche a Luca di posizionarsi appeso subito dietro di me.
Ma che gentile!!
Beh ragazzi, che figata stare appesi li fuori!!!
L’aria mi accarezza il viso e sono contenta come una bambina in giostra.
Ho la fortuna di avere un americano ben piazzato davanti quindi sono ben riparata dall’aria, il povero Luca invece davanti ha me quindi è congelato, ma entrambi, una volta scesi, siamo concordi: la cosa più bella di San Francisco è stato questo giro in giost…in cable car!!
In hotel ho guardato su tripadvisor e trovato un posto dove fanno la clam clowder più buona del pier39 senza doversi svenare.
Voglio che Luca la assaggi quindi andiamo la, io non la mangio ma il resto non sarà così male no?! Ecco, le ultime parole famose, il resto invece è proprio uno schifo.
Le mie crocchette di pollo sanno di plastica e non riesco nemmeno a finirle da quanto sono pessime.
La zuppa di Luca invece è buonissima. Provo ad assaggiarne un cucchiaio e…mi piace anche questa!! O meglio, mi piace l’intruglio senza vongole.
Per me questa è la cena peggiore di tutta la vacanza.
Quando usciamo non c’è molta gente in giro nonostante sia venerdì, un breve giretto e prendiamo l’autobus.
Stasera salgono anche un paio di barboni ma sono tranquilli e non ci preoccupiamo finchè non ne sale un terzo.
Questo ha il cappuccio e una pala.
Si, avete capito bene, questo brutto ceffo è salito in bus con una pala enorme. E dove si è andato a posizionare?? Ma ovviamente affianco a noi!!
Siamo impegnati a controllare ogni sua mossa quindi, senza rendercene conto, superiamo la nostra fermata.
Per fortuna ce ne accorgiamo subito e decidiamo di scendere a quella successiva, Market Street. Non dovrebbero esserci problemi, ci siamo passati oggi ed era una zona così vivace e piena di gente…
Scendiamo dall’autobus e restiamo di sasso. Ma è lo stesso posto in cui siamo stati oggi?!
E’ quasi completamente deserto, l’unica forma di vita sono alcuni Homeless e dei tizi inquietanti che…. ci fissano.
Benissimo, mi sa che qua si mette male, meglio darsela a gambe e percorrere al più presto i 400 metri che ci separano da Union Square.
Ci incamminiamo ma ben presto ci accorgiamo di essere seguiti. Uno dei tizi ci sta venendo dietro, urlando chiedendoci se abbiamo qualcosa da bere.
Sicuramente amico, sicuramente.
Facciamo gli ultimi metri quasi di corsa e, quando finalmente arriviamo ad Union Square, tiriamo un sospiro di sollievo.
Siamo salvi!!
Una volta al sicuro a Union Square abbiamo finalmente capito perché il pier 39 era semi vuoto. Sono tutti qua!!
E’ pieno di gente e vedo ragazze in canotta mentre io sto benissimo avvolta nel mio piumino. Vuoi scovare un turista a San Francisco?! Cerca quelli col giubotto!
Entriamo da Macy’s, non per fare shopping a quest’ora, ma per andare all’ultimo piano dove c’è la cheesecake factory e una bellissima vista notturna di Union Square.
Non ho la macchina fotografica quindi faccio qualche foto col cellulare, restiamo li un po’ e poi leviamo le tende, è impossibile muoversi da quanta gente c’è!!
E’ tardi ed è ora di andare a letto.
Opinione su San Francisco? Mi è piaciuta, è sicuramente una bella città ma non mi è rimasta nel cuore.
Non ne saprei spiegare il motivo ma non abbiamo assolutamente sentito il bisogno di rimanere di più e questo penso voglia dire tanto.
Nonostante questo va assolutamente vista, anche se non ci è rimasta in testa anche adesso, col senno di poi, non la toglierei mai dall’itinerario.
San Francisco è imperdibile se si fa il nostro giro, anche solo per un giretto in cable car!!
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