USA 2016: diario di viaggio – Day 8
Siamo a Las Vegas e oggi si dorme di più.
Anzi, Luca dorme di più, io alle 6.30 sono già sveglia. Ho già detto che odio questo maledetto jet lag?!
Così, finchè lui dorme beatamente come al solito, io ne approfitto per farmi i capelli.
Alle 8.30, quando si sveglia, sono già pronta e non devo farlo aspettare. Non che gli sarebbe dispiaciuto, sarebbe stato altro sonno prezioso.
Oggi, per prima cosa, ci aspetta una fetta gigante di cheesecake che mangiamo in 2, aggiungo il mio solito caffè e la colazione è servita.
Oggi ce la prendiamo con calma, andiamo a vedere le piscine e poi facciamo il check out, le valigie ce le porteranno direttamente quando torneremo a prendere la macchina.
Usciamo e continuiamo con la visita degli hotel iniziata la sera prima, siamo di nuovo pieni di energie e pronti all’esplorazione della pazza Las Vegas.
Lasciamo il nostro Mirage e ci dirigiamo dall’altra parte della strada, al Venetian.
Abitando a poco più di un ora di strada da Venezia siamo molto curiosi di vedere come hanno riprodotto la bellissima città lagunare.
Dobbiamo ammettere che, nonostante la pacchianata, hanno fatto davvero un lavoro notevole.
Entriamo e restiamo impressionati da tutto quello che ci circonda, questo hotel è veramente meraviglioso!!
Giriamo in lungo e in largo e arriviamo al Canal Grande, il cielo è azzurro (poteva essere altrimenti?!), i finti carabinieri danno indicazioni stradali e i gondolieri cantano O sole mio.
E’ proprio la tipica canzone Veneziana no?!
Stiamo per allontanarci ma dal chioschetto per i giri in gondola ci sentiamo chiamare.
“Where are you from guys?!”
Non ci penso due volte e con un sorrisone rispondo “Italy”!!
Quando dico cosi’ la tipa si mette a ridere, scuote la testa, e ci augura buona giornata, capendo che due Italiani non sono certamente papabili per un finto giro nel Canal.
Ti pare che ho Venezia, quella vera, ad un ora da casa e vado in gondola a Las Vegas?!
Luca continua a ridere e mi dice che ho sbagliato risposta, dovevo dirle proprio “We’re from Venice!”. Peccato non mi sia venuto in mente, sarebbe stato ancora più divertente vedere la sua faccia.
A forza di girare per l’hotel ci perdiamo, stiamo cercando di salire sul finto ponte di Rialto ma proprio non capiamo come si faccia ad arrivarci.
Cosi’, quando vediamo un’addetto dell’hotel, non esitiamo a chiedergli indicazioni.
“Ci scusi, come si fa ad arrivare al ponte di Rialto??”
Lui ci guarda malissimo e ci risponde “What?!”
Ripetiamo allora la domanda ma il suo sguardo basito non cambia.
Ripete di nuovo “What?” e ci guarda come fossimo due alieni.
Ma come fa a non capire?! Ok che non parliamo benissimo ma non ci è sembrato di parlare arabo.
Facciamo un altro tentativo scandendo bene le parole “RIALTO BRIDGE” ma lui continua a non capire e stavolta ci risponde “Rialto?! Cos’è Rialto? Scusate ragazzi ma non ho idea di cosa sia questo Rialto Bridge”.
Ok, adesso abbiamo capito il problema. Qui, nella finta Venezia, non hanno idea che il gigantesco ponte all’esterno si chiami ponte di Rialto, per forza non sa di cosa stiamo parlando e ci sta guardando come fossimo due pazzi.
Ci ridiamo sopra e gli diciamo che non importa, lo troveremo da soli. Cosi, dopo millemila ore a cercare l’ingresso da dentro, ci rinunciamo ed usciamo.
Ed ecco, davanti a noi, la scala per salire sul ponte. Ma si può?! Per forza non trovavamo l’ingresso, si sale da fuori!!
Vabbè, ci ridiamo sopra un’altra volta e saliamo su sto benedetto ponte.
Quando parte la musica molto romanticamente tento di prendere Luca per fare una giravolta ma lui non mi segue e per poco non finisco giù dalle scale del ponte. Bene, riusciamo a farci riconoscere anche a Las Vegas.
Oggi sono particolarmente contenta , sarà perché ci aspetta il Las Vegas premium outlet?!
Sono le 11.15 ed é ora di andare al Bellagio, il buffet ci aspetta!! Per farlo ripassiamo davanti al Caesar Palace, che albergo!!
Ed eccoci al famosissimo Bellagio, l’esterno è imponente.
L’interno invece, sarà che avevamo appena visitato il lussuosissimo Venetian, non ci ha fatto impazzire. In generale ho trovato gli hotel della Caesars Entertainment molto più belli e scenografici degli MGM.
Dopo un breve giretto ci dirigiamo al banco Mgm per ritirare il nostro premio, due buffet gratuiti con myvegas.
ll buffet del Bellagio si merità senz’altro un voto positivo, niente a che fare con il pessimo mgm della sera prima.
Usciamo e, dato che è quasi l’una, ci posizioniamo al’ombra, insieme a tante altre persone, a vedere lo spettacolo delle fontane. Non si decidono a partire quindi passiamo il tempo facendo qualche foto.
Guardiamo l’orologio e sono le 13.05. Ma che strano non siano ancore partite…aspetta che guardo su Internet. Non ci credo, gli spettacoli delle fontane iniziano alle 15. E’ uno scherzo, vero?!
Ecco, abbiamo una scusa per tornare anche qua!! Las Vegas ci è piaciuta tanto, di sicuro siamo tra quelli che l’hanno amata e qui ci sarebbe davvero stato bene un giorno in più. Ci sono talmente tante cose da fare a Las Vegas!
Cosa fare a Las Vegas, la città del divertimento
Andiamo a prendere la macchina e ci dirigiamo al Las Vegas premium outlet.
Qui il tempo vola e passiamo metà pomeriggio dentro al negozio della Tommy, questa marca ci piace un sacco.
Luca si prova un sacco di roba e si porterebbe a casa tutto ma alla fine, a fatica, sceglie una sola maglietta. Io invece trovo il regalo adatto a mia sorella, un borsone fucsia fighissimo, e con grande fatica mi trattengo e non compro il negozio intero.
Vorremmo fare un altro giretto ma si è fatto tardi, è ora di andare alla Death Valley.
Qui Luca supera un po’ i limiti ma siamo in ritardo e io voglio vedere il tramonto a Dante’s View quindi non protesto e incrocio le dita.
Arriviamo sani, salvi e senza nessuna multa per eccesso di velocità. Manca poco al tramonto e la Death Valley non è calda come ci aspettavamo. (Le ultime parole famose…)
Il tramonto è molto bello e, visto che il clima lo permette, pensiamo sia arrivato il momento di farci i panini e cenare.
Le api però non sono d’accordo, perciò chiudiamo le porte e decidiamo di fermarci più avanti lungo la strada.
Mentre lasciamo il parcheggio vediamo una macchina con il cofano aperto e del fumo nero che esce… gli sfortunati sono al telefono per chiamare aiuto.
Certo che prendersi a piedi nella valle della morte dev’essere proprio un incubo che diventa realtà.
Poco più avanti accostiamo e mangiamo. Il cielo al crepuscolo ha dei colori stupendi e io ringrazio mentalmente chi mi ha convinto che la notte nella Death Valley fosse imperdibile, nonostante i costi esorbitanti degli hotel.
Quando arriviamo a Furnace Creek scendiamo dalla macchina e un’ondata di aria calda ci investe.
Ci hanno puntato contro un phon?!
Gli occhi bruciano e le labbra iniziano a diventare secche dopo 30 secondi, com’è possibile?? Avevo letto molto del caldo pazzesco di questa valle ma non ci sono parole che riescano a descrivere la sensazione di scioglimento che si ha quando si arriva.
Prendiamo possesso della nostra cabin e andiamo a fare un giro per il villaggio e a vedere la piscina.
L’idea di un bagno ci attira ma domani la sveglia è alle 5.30, si va vedere l’alba a Zabriskie Point.
Cosi’, stanchi e accaldati, torniamo al fresco nella nostra casetta pregustando già l’alba del giorno dopo.
Oddio mi sono innamorata del modo in cui scrivi! Io e il mio ragazzo abbiamo letto questo diario tutto d un fiato dovendo partire a breve.. lo finirai vero???? Sara&Ale
Grazie infinite!! 😀 Certo che si, conto di finirlo prima dell’inizio dell’estate! 🙂 Voi quando partite?