Rosenheim tra amiche: Herbstfest, il diario di viaggio
Cosa spinge 4 ragazze a fare quasi 5 ore di auto per andare in Germania al herbstfest di Rosenheim?
Lo so cosa state pensando, sembra proprio una cosa da uomini.
La mia migliore amica però si sposa. Lei, da sempre, adora la birra, così, mentre penso a quale potrebbe essere il suo addio al nubilato, mi viene l’idea geniale. E se andassimo all’herbstfest di Rosenheim?
L’idea purtroppo si rivela presto irrealizzabile, probabilmente non potrebbe venire quasi nessuno. Rinunciare allora? No, non se parla.
Chiedo a mia sorella e ad altre due amiche e decidiamo che il weekend s’ha da fare. Ma si, sono solo 5 ore di macchina, che problema c’è? Noi siamo ragazze senza paura.
Poi, prima della partenza, ne perdiamo una per strada e rimaniamo in 4. Io, Cristina, Claudia e Anna, la futura sposa. Decidiamo di partire con la mia mini, così io e mia sorella possiamo darci il cambio alla guida. Non è certo un’auto adatta a tante ore di viaggio ma, per le nostre esigenze, va benissimo.
D’altronde, mica possiamo fare un pulmino per 4 persone no?
Domenica 10 settembre, il giorno di chiusura dell’herbstfest, partiamo di buon’ora. Il traffico è parecchio intenso perciò facciamo solo una sosta, al confine, per comprare la vignetta per l’Austria e per darci il cambio alla guida. Chi l’ha detto che le donne hanno bisogno di fermarsi mille volte per andare in bagno? Ah, queste false leggende metropolitane.
Verso mezzogiorno arriviamo a Rosenheim, giriamo a vuoto per qualche minuto per capire dove andare, e decidiamo che è il caso di trovare un parcheggio. Ne troviamo uno praticamente in centro (si, lo so, che gran botta di fortuna!) e ci dirigiamo immediatamente alla festa. Siamo impazienti di buttarci nella mischia. Le valige torniamo a prenderle dopo, tanto abbiamo l’hotel in pieno centro, comodo ed anche economico, l’Hotel-Gasthof Flötzinger Bräu.
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Quando ho prenotato l’hotel a Rosenheim? A gennaio per settembre, sappiate che più tardi è quasi impossibile trovare posto in centro.
Seguiamo quindi il flusso di persone che, vestite con il tipico costume bavarese, si dirigono verso la festa. E’ impossibile sbagliare.
L’herbstfest ci accoglie con un mare di gente in festa, con la musica tradizionale che risuona dagli altoparlanti e con un buon profumo di cibo che esce dagli stand.
A proposito, cos’è questo languorino? Sembra proprio sia arrivata l’ora di andare a mangiare.
Si, ma dove? Qualche metro più avanti vediamo l’enorme tendone dell’Auerbräu Festhalle. Ecco la risposta, a questo punto non si può fare altro che entrare per porre fine alla nostra fame e alla nostra sete. Con che cosa vogliamo iniziare? Con il cibo o con la birra? Che domande, ma con il cibo ovviamente! Ci credete tutti, vero?!
Il tendone è quasi pieno ma ci sediamo senza problemi e chiamiamo la cameriera. E’ subito chiaro, quando tentiamo di ordinare anche un pretzel oltre alle birre, che qui le cameriere non vanno d’accordo con l’inglese. Eh, ma per fortuna noi abbiamo Anna che parla tedesco, l’ha studiato alle superiori!! Anna in realtà il tedesco se lo ricorda poco ma ci rassicura che, dopo qualche birra, tornerà a parlarlo fluentemente. Sarà vero? Nel frattempo Claudia, che un po’ di tedesco lo parla anche prima di bere la propria birra, si intende con la cameriera e il nostro ordine è fatto.
No, non guardate me. Io non parlo una parola di tedesco, neanche mezza. Mia sorella è uguale. Se vogliamo mangiare siamo completamente nelle mani delle nostre due compagne di viaggio. Forza Anna, bevi sta birra, che poi contiamo anche su di te per ordinare il pranzo!!
Le birre sono buonissime. Io non sono appassionata, in Italia preferisco bere altro ma, quando vado in Germania, una buona birra non me la toglie nessuno. Le birre tedesche mi piacciono proprio.
Dopo un po’ decidiamo che è arrivato il momento di ordinare da mangiare. Prendiamo un menù e…sono solo in tedesco. Dai, non è possibile non ci sia un menù in inglese. Eppure, anche dopo aver dato un’ occhiata nei tavoli limitrofi, di liste in inglese nemmeno l’ombra. Benissimo, cosa ci ritroveremo nel piatto? Guardiamo speranzose Anna, la sua birra ormai è finita. Anna forza, su, adesso il menù ce lo traduci tu.
Anna ride e, insieme a Claudia, prova a decifrare il menù. Le uniche parole che riusciamo a comprendere io e Cristina sono Bratwurst, shnitzel e Kartoffen. Anna e Claudia però, dopo una consultazione, riemergono fiere dal menù. Sono riuscite a tradurre arrosto, wurstel e un altro paio di cose. Bene, adesso possiamo ordinare. Al nostro segnale la cameriera arriva subito e il cibo è sul nostro tavolo in breve tempo. Insieme ad altre birre, c’era bisogno di dirlo?
E’ tutto buonissimo. Mangiamo di gusto e, dopo 4 chiacchiere, vediamo un fotografo che si aggira tra i tavoli. Poco dopo è da noi e ne approfitta per farci qualche foto. Altri 2 minuti e ritorna con la nostra foto stampata dentro a una cornice ricordo. Possiamo esimerci dal comprarla? Ovviamente no, sarà un bel ricordo di questi 2 giorni.
Sono quasi le 4, il tempo è volato. Decidiamo che è ora di andare a recuperare i bagagli e fare il check in. Nemmeno un’ora dopo siamo già di ritorno alla festa. Andiamo a bere un’altra birra? No, per quella c’è tempo. Adesso è ora di andare in giostra, il luna park ci sta aspettando.
Un paio di giri sulle montagne russe e poi una strana giostra, il cui nome è tutto un programma. Hangover, the tower. Da qui vediamo tutta la città dall’alto, giriamo un po’ e poi, improvvisamente, veniamo buttate giù di colpo. Quando scendo ho i capelli dritti e sono pallida come un fantasma. Ho sempre odiato questo tipo di giostre, perché mi sono lasciata convincere? Anna mi guarda e se la ride di gusto. Vogliamo fare un altro giro? Si guarda, non vedo l’ora.
La prossima meta è l’altro tendone tradizionale, il Flötzinger Festzelt. Non so come ma si è già fatta ora di cena. Qui il menù in inglese c’è. Accidenti, proprio ora che Anna aveva deciso di iniziare a sfoggiare il suo tedesco!! Ordiniamo, mangiamo e poi iniziamo tutti a cantare salendo sulle panche. Letteralmente, tutto il tendone, non c’è una sola persona seduta. Ma che clima fantastico c’è a questa festa? Io l’ho adorato. Chiacchieriamo, balliamo, cantiamo, facciamo amicizia. Questo fino a poco prima della chiusura quando decidiamo che si, andiamo a vederlo almeno un altro stand.
Il Zum Tatzlwurm è molto bello, sembra quasi uno chalet di montagna. Qui, manco a dirlo, facciamo amicizia con degli Italiani. Eh, ma allora qualcuno ce n’è! La festa però sta quasi per chiudere e molto tristemente decidiamo che è ora di tornare in albergo.
Il giorno dopo ci svegliamo abbastanza presto e, fatta una buona colazione, recuperiamo i bagagli e la macchina.
Lasciamo Rosenheim per tornare a casa? Ma nemmeno per sogno.
Siamo così vicine a Monaco di Baviera che sarebbe un peccato non farci un salto.
Arriviamo e cerchiamo un parcheggio che sia il più vicino possibile all’HB, ignare che per pagarlo ci toccherà vendere un rene. Chi si offre volontaria? Parcheggiamo praticamente accanto alla birreria, oggi siamo assonnate e non abbiamo alcuna intenzione di camminare troppo. Che fine hanno fatto le ragazze piene di energia di ieri? Sono rimaste a Rosenheim?
Guardiamo le tariffe dell’autorimessa e quasi abbiamo uno svenimento. Vabbè, ci mettiamo l’anima in pace, ormai siamo qua quindi andiamo a fare un giretto in centro. I bagordi del giorno prima però iniziano a farsi sentire e, verso ora di pranzo, 4 zombie si aggirano allegramente per le strade di Monaco. E’ arrivata l’ora di andare a mangiare. Dove se non all’HB?
Qui non abbiamo bisogno del tedesco di Anna, il menù c’è anche in Italiano. Ordiniamo, mangiamo e, un po’ tristi, decidiamo che è ora di tornare a casa.
Paghiamo il parcheggio, probabilmente il più caro di tutta Monaco, e usciamo dalla città. E’ ora di prendere l’autostrada che ci riporterà a casa. Il ritorno è molto più difficoltoso dell’andata, le soste caffè sono frequenti e io e Cristina ci diamo 3 o 4 volte il cambio.
Riusciamo comunque ad arrivare a casa sane e salve, la nostra avventura purtroppo è finita.
Qualche settimana dopo Anna andrà verso l’altare. Noi non possiamo che essere contente di essere riuscite a regalarle un weekend che, speriamo, difficilmente dimenticherà.
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