USA 2016: Diario di viaggio – Day 2
Tutto tace intorno a me quando mi sveglio convinta che siano le 3 o le 4 di mattina… allungo la mano, prendo il cellulare e…l’1?! Ho dormito solo 2 ore?? Non può essere vero.
Mi alzo, vado in bagno e provo a rimettermi a dormire, come posso farcela domani dormendo solo 2 ore? DEVO assolutamente riprendere sonno!!
Le tende non oscuranti dell’hotel Seaview non mi aiutano, continuo a rigirarmi nel letto e a pensare che avevo letto in di probabili problemi col fuso, ma due ore?! Guardo l’orologio per l’ultima volta alle 2 e poi, alleluja, riesco a riprendere sonno.
Apro di nuovo gli occhi credendo siano almeno le 6 e invece… sono le 4.36. Rassegnata a non dormire più mi metto tranquilla e aspetto che il fuso faccia effetto anche su Luca. Aspetto e sono le 5, aspetto ancora e sono le 5.30, poi le 6. Lui non da alcun segno di vita, dorme beato e tutto sembra fuorché uno intenzionato a svegliarsi a breve.
Poco dopo le 6 esaurisco la pazienza e inizio a muovermi tentando di svegliarlo “per sbaglio”. Anche questo però sembra non funzionare. Per fortuna mi vengono in aiuto il sole e le tende dell’hotel che, lasciando filtrare la luce, finalmente lo fanno svegliare.
Dopo un pò mi guarda sogghignando e mi chiede “maaaaa…. non avevi detto che mi sarei svegliato prestissssssimo a causa del fuso orario?! Ho sentito che continuavi a muoverti ma ho continuato a dormire” così, dopo averlo picchiato amorevolmente, alle 7 chiudiamo la porta della camera alle nostre spalle, pronti ad iniziare la giornata.
Per prima cosa andiamo a vedere l’oceano pacifico, fuori c’è un bel sole e, anche se la spiaggia a quest’ora è ovviamente deserta, sulla pista ciclabile c’è gente che pattina e fa jogging e a me sembra di essere finita dentro il set di Baywach: le torrette, la gente sui pattini, le palme…sono negli USA, sono in California, l’ho sognata per anni e adesso sto camminando sulla spiaggia di Santa Monica…non mi sembra vero!!
Facciamo una passeggiata e diciamo arrivederci a Santa Monica che vedremo meglio l’ultimo pomeriggio di viaggio (d’altronde alle 7 di mattina è tutto chiuso, non abbiamo trovato nemmeno un posto per la colazione).
Partiamo quindi alla volta di Beverly Hills e di Hollywood. Stamattina l’aggeggio malefico (d’ora in poi il navigatore lo chiamerò così) sembra funzionare e in un attimo ci troviamo catapultati nelle strade a quindicimila corsie di Los Angeles.
Per arrivare a Beverly Hills c’è tanto traffico ma è abbastanza scorrevole, talmente tanto che non siamo nemmeno costretti a usare la corsia di carpool. Luca resta stupito quando gli dico che quella corsia può essere usata da chi è in macchina in più di 2 persone, è incredibile come la maggior parte della gente a LA si sposti sola in auto.
Passiamo per Rodeo Drive e i negozi sono ancora chiusi per la felicità dell’autista. Probabilmente temeva volessi entrare ma, visto che la mia notte insonne non l’ho passata a rapinare una banca, è un idea che non mi è mai nemmeno passata per la testa, anche se è bello farlo credere a questi uomini spaventati dallo shopping.
Facciamo solo un breve passaggio in macchina, vediamo la scritta Beverly Hills, e ci infiliamo nei tipici vialetti americani. Questi sono pieni di ville e io non posso fare a meno di pensare a come deve essere bello vivere qui.
Abbastanza velocemente raggiungiamo Hollywood, parcheggiamo al centro commerciale e in un battibaleno arriviamo ….da starbucks. La voglia di vedere questa famosa Hollywood è tanta ma la fame di più quindi il nostro primo pensiero è riempire la pancia e , solo per me, bere il buonissimo caffè americano; Luca invece mi guarda disgustato chiedendomi come faccio a bere quella schifezza…pensare che io lo adoro!
Con la pancia finalmente piena usciamo e ci ritroviamo circondati da Marylin Monroe, Spiderman e Supermario che, a turno, ci propongono una foto con loro per soli 5 dollari. Decliniamo le proposte e camminiamo sopra le numerose stelle, vediamo i teatri e per finire ci fermiamo all’hard rock cafè dove ci prendiamo una maglietta a testa.
D’altronde dovevamo pur comprare qualcosa per far convalidare il biglietto del parcheggio no?
(Giuro che la maglietta a stelline è solo un caso…)
Un rapido giro del centro commerciale e qualche foto alla scritta Hollywood e siamo in macchina, direzione Griffith Observatory.
Qui sembra esserci l’Italia in trasferta, è pieno di connazionali, due si propongono di farci una foto con la famosa scritta e tagliano di netto un pezzo di testa a Luca. Capisco che è alto ma insomma, se non sei cieco, ti accorgi che sulla foto c’è solo metà faccia!
Sconsolati ci ridiamo su e ci godiamo il panorama che è fantastico. Peccato ci sia foschia ma ne è valsa sicuramente la pena salire fin quassu’, ho apprezzato questo posto molto più della rinomata Hollywood.
Sono quasi le 11 e mezza quando saliamo in macchina e diamo inizio al nostro on the road, siamo perfino in anticipo di mezz’ora sull’itinerario! Incredibile ci diciamo, ma non facciamo nemmeno in tempo a finire la frase che troviamo dei lavori sulla strada in discesa dall’osservatorio.
Aspettiamo un quarto d’ora la pilot car e, visto che abbiamo ancora un quarto d’ora di anticipo, ci pensa il nostro caro aggeggio malefico a farci sbagliare strada un paio di volte in uscita da Los Angeles.
Non contento ad un certo punto ci intima di fare inversione a U in mezzo a una strada ad 8 corsie… la voglia di gettarlo fuori dal finestrino è tanta ma mi trattengo e accendo quello offline che avevo installato per sicurezza sul cellulare. Questo ha tempi di arrivo completamente sballati ma almeno riusciamo a uscire dalla città sani e salvi e senza farci arrestare per improponibili manovre stradali. La mezz’ora di anticipo è diventata più di mezz’ora di ritardo ma vabbè, non ce la prendiamo.
Passiamo in mezzo ai luoghi devastati dagli incendi dei giorni precedenti e ne restiamo impressionati, perfino la strada ne era stata invasa. Sono quasi le 2 quando arriviamo al wallmart che mi ero segnata e ne usciamo che sono quasi le 3…è impossibile non perdersi li dentro, è enorme!
Facciamo la spesa, gironzoliamo un po’ e chiediamo aiuto a un commesso per trovare l’unica cosa che ci manca. Lui ci fa attraversare luoghi remoti del supermercato e ci porta da lui, il famoso frighetto di polistirolo, compagno indispensabile di un viaggio on the road. Paghiamo, scambiamo qualche chiacchiera con il cassiere, carichiamo in macchina tutto e mangiamo un paio di panini prima di ripartire alla volta di Oatman.
Qui arriviamo che sono le 6 meno 10, la città è deserta e l’unica forma di vita presente sono dei simpatici asinelli in mezzo alla strada.
Luca, che adora gli animali, è felice come un bambino. Io faccio foto col finestrino aperto finche un asinello inizia ad avvicinarsi pericolosamente alla mia portiera, al che, capendo le sue intenzioni, chiudo immediatamente il finestrino. Appena in tempo, due secondi dopo il suo naso ci è spiaccicato contro.
Sta per allontanarsi ma il mio dolce fidanzato pensa bene di farmi uno scherzetto e dai suoi comandi lo riapre, non pensando che l’asino avrebbe fatto dietrofront alla velocità della luce. L’asino tira fuori la lingua e mi viene incontro…in quel momento ho un flash della mia faccia ricoperta di bava d’asino , chiudo gli occhi e tento disperatamente di tirare su il finestrino.
Non chiedetemi come ma ce la faccio… riapro gli occhi che il finestrino è chiuso e io non ho nulla sul viso, sono salva!! Nel frattempo Luca è piegato dalle risate che, dopo un po’, contagiano anche me. Di sicuro sarebbe stata un esperienza unica essere leccati da un asino sulla route 66. Beh insomma….ma anche no!!
Proseguiamo sulla strada che si inerpica tra le montagne , troviamo uno spiazzo e ci fermiamo ad ammirare il panorama, facciamo due passi, qualche foto e ci accorgiamo di essere finiti dentro un piccolo cimitero dove sono sepolti i minatori della vecchia miniera di Oatman.
Proseguiamo quindi alla volta di kingman dove abbiamo l’hotel e, sulla strada, troviamo ancora asinelli (questa volta tengo ben saldo il controllo del mio finestrino ) e tante mucche.
Arriviamo a destinazione che è ormai quasi buio, l’hotel trovatore si presenta benissimo, pieno di murales della route 66 sulle pareti. Entriamo a fare il check in ufficio dove ci accoglie il proprietario, un personaggio singolare e simpatico. Inizia raccontandoci la storia della città ma si blocca di colpo quando la porta si apre.
Sono arrivati altri 2 ospiti Francesi quindi ricomincia dall’inizio e poi prosegue raccontandoci della sua vita per quasi mezz’ora. E’ arrivato il momento di scegliere la camera e, visto che siamo arrivati per primi, fa scegliere prima a noi.
Il Motel Trovatore ci è piaciuto tanto, è caratteristico e originale. Ogni stanza è a tema su un personaggio famoso del passato. La camera Marylyn Monroe era carinissima e pulita. Non posso fare a meno che consigliarlo, anche il prezzo è ottimo!
Scarichiamo i bagagli e andiamo a cenare da Mr Dz. Parcheggiamo e stanno dipingendo la scritta route 66, niente foto di rito purtroppo. Ordiamo coca, che scopriremo poi essere gigante, e una cotoletta con una salsa bianca che, anche se non sono riuscita a capire cosa fosse, era buonissima, accompagnata da patate e uova strapazzate, tutto ottimo.
Torniamo in albergo soddisfatti e, dopo una bella doccia rigenerante, crolliamo a letto distrutti che sono quasi le 11, stanchi ma felici dell’avventura appena iniziata.
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